Brisigotti (Coop): “Spesa più cara del 25% in due anni, il carrello tricolore è un pannicello”

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«Il risparmio è limitato, un pannicello caldo per le famiglie. Ma noi un impegno concreto lo abbiamo messo, ora aspettiamo che l’industria alimentare faccia lo stesso». La grande distribuzione non ci sta a restare con il cerino del carrello anti-inflazione in mano. L’iniziativa sollecitata e celebrata dal governo è partita, ma coinvolge quasi solo le grandi catene, e solo per i prodotti a marchio proprio — Coop, Conad e simili — traducendosi in un risparmio alla cassa di pochi centesimi. «Abbiamo scritto alle grandi aziende alimentari per chiedere se e come intendevano aderire», dice Domenico Brisigotti, direttore generale di Coop Italia. «Quasi nessuna ci ha risposto, nessuna con indicazioni concrete».

Il carrello tricolore? Si risparmia solo una fetta di prosciutto cotto

Nella nostra spesa anti-inflazione abbiamo risparmiato 28 centesimi. Il carrello tricolore del governo è tutto immagine?

«Tutta questa iniziativa del governo è stata caratterizzata da un buon grado di confusione. Non c’è stata alcuna azione definita sottoscritta con le aziende, neanche quando si è parlato di paniere, ma solo un appello. Noi abbiamo individuato 200 prodotti fondamentali, di cui abbiamo ridotto il prezzo del 10%, e altri mille bloccati».

Obiettano le associazioni dei consumatori: promozioni e prezzi bloccati ci sarebbero comunque.

«I nostri sono aggiuntivi rispetto alle promozioni ordinarie, che continueranno. Che poi qualche genio piazzi il carrellino su iniziative che avrebbe comunque fatto è possibile. Accadrà».

A voi quanto costa?

«Diversi milioni di euro, dipende dalla risposta dei consumatori. Non è stato facile di questi tempi. E quando Centromarca (l’associazione dell’industria di marca, tra cui gli alimentari, ndr) ha invitato gli associati ad aderire al carrello tricolore siamo stati gli unici a scrivere a un centinaio di aziende chiedendo cosa avrebbero fatto».

Risposte?

«La maggior parte non ha risposto, qualcuna ha balbettato, quelle che hanno fatto proposte si contano sulle dita di una mano. Centromarca dice che aspetta indicazioni dal ministero, non ho capito quali».

Il governo francese, da cui abbiamo copiato il trimestre anti-inflazione, annuncia prezzi bloccati su 5 mila prodotti. Come è possibile?

«La politica francese è sempre stata più efficace. Nessuno può calmierare i prezzi, ma il nostro governo poteva essere più aggressivo».

Alcuni produttori, come Ferrero, hanno detto che aderiscono. Non vi risulta?

«Se qualcuno dice che doveva aumentare i listini, ma che non lo fa, io mi sento preso in giro. Altra cosa sarebbe dirci che da domani quel prodotto costa meno, messaggio che noi distributori dovremmo subito recepire nei prezzi ma che non è arrivato da nessuno. Confido e auspico che in settimana arrivino dall’industria azioni concrete».

Alessandro d’Este: “Ferrero conterrà i prezzi, sì al carrello tricolore”

Il risparmio per i consumatori sarebbe comunque limitato.

«Anche se tutti fossero folgorati sulla via di Damasco, cosa che non avverrà, non risolveremmo certo il problema delle famiglie. E il punto è questo, da cui spero che il carrello tricolore non ci distolga: a fine anno, rispetto a dicembre 2021, il totale dei rincari arriverà al 25% e il fatto che l’inflazione rallenti non significa che i prezzi scenderanno. Continueranno a crescere, lo vediamo dai nuovi listini. Tutto ciò sta avendo impatto devastante in Italia perché il livello dei salari è drammaticamente basso. Rischiamo una spirale al contrario».

Quale?

«Che il calo dei volumi di consumo costringa tutta l’industria a intervenire sull’occupazione, innescando una crisi del lavoro. Servono misure per evitarlo, a cominciare dal salario minimo».

Per il governo non serve. A Natale però potrebbe proporvi un altro trimestre anti-inflazione.

«Non credo ci siano le condizioni economiche. E non si può continuare con iniziative in cui il governo dice alle aziende: pagate voi»

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