Conferenza Ucraina, Meloni e Tajani: “Lavoriamo per la ricostruzione e per accelerare l’ingresso nella Ue di Kiev”

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ROMA – Ricostruzione del porto di Mariupol, riattivazione delle acciaierie in chiave “verde”, ripresa dei trasporti, invio di attrezzature mediche, a cominciare dalle protesi: sono solo alcuni dei settori in cui centinaia di imprese italiane affiancheranno la ricostruzione postbellica in Ucraina. “Parlare di ricostruzione in Ucraina significa scommettere concretamente sulla fine del conflitto e su un futuro di pace sempre più Europeo”, afferma il presidente del Consiglio Giorgia Meloni.  “Il futuro dell’Ucraina deve essere di sempre maggiore capacità di inserirsi nelle dinamiche e nelle istituzioni europee. Il modo più intelligente di ringraziare gli ucraini di quello che stanno facendo è accelerare la possibilità di far parte delle istituzioni europee”. “L’Ucraina sarà presto nella Ue, vogliamo contribuire al suo percorso di adestione”, sottolinea il ministro degli Esteri Antonio Tajani

“Il tema della ricostruzione dell’Ucraina è fondamentale perché i russi hanno fatto danni enormi. Non è solamente una questione di affari, ma anche un modello di integrazione”, afferma il viceministro degli Esteri, Edmondo Cirielli, in apertura della Conferenza bilaterale sulla ricostruzione dell’Ucraina a Roma. “L’Italia – aggiunge Cirielli – scenderà in campo con tutti i suoi mezzi. Non solo impegno militare, ma anche civile, sociale ed economico”.

L’Italia, spiega il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, dà anche un contributo “al fondo di garanzia BEI “EU per Ukraine” di recente costituzione, con una garanzia di 100 milioni di euro”. Un contributo che s’innesta nel sostegno all’Ucraina delle Banche multilaterali di sviluppo, presenti alla Conferenza di stamane, che hanno finora fornito sostegni per 30 miliardi di dollari, ricorda Giorgetti.

Seicento imprese italiane per la ricostruzione dell’Ucraina: vale 411 miliardi

“Gli imprenditori italiani vogliono essere attori primari per la ripresa dell’economia del Paese ed intendiamo farlo in modo duraturo”, afferma Barbara Beltrame, vicepresidente di Confindustria per l’internazionalizzazione. “Mettiamo a disposizione il saper fare della seconda manifattura d’Europa”, conferma il ministro degli Esteri Antonio Tajani, aggiungendo che la ricostruzione “è un passo importante perché l’Ucraina sarà parte importante dell’Ue e del mercato unico. E’ giusto quindi che si inizi a lavorare. La ricostruzione inizia ora e noi vogliamo essere in prima fila, ponendone le basi”.

 “L’interesse delle aziende italiane verso l’Ucraina è la migliore notizia da quando sono arrivato a Roma. Sono grato al governo e alle aziende italiane per stare con l’Ucraina”, afferma il ministro degli Esteri, Dmytro Kuleba. “Lavorare alla ricostruzione vuol dire fare progetti, immaginare una nuova Ucraina, che diventi terra di pace. Pace e lavoro devono andare d’accordo”. Così il ministro delle Infrastrutture e dei trasporti Matteo Salvini.

Il contributo dell’Italia non si limiterà a rimettere in piedi le infrastrutture distrutte dagli attacchi russi, ma si estenderà anche all’adeguamento e all’ammodernamento delle reti: per esempio le reti ferroviarie molto lente verranno ripristinate in termini più efficienti. E per le acciaierie c’è già un’intesa con Sideridraulic, spiega l’ad  Mario Bodini, per i sistemi di depurazione delle acque di scarico, di cui l’azienda italiana è leader mondiale. Una partnership importante, insieme a quella del Gruppo Cosulich, per la multinazionale Metinvest, che, pur avendo perso parte delle acciaierie a causa della guerra, è in prima linea per la ricostruzione.

Mentre al tavolo della sanità e farmaceutica c’è Sergio Dompè: “Abbiamo bisogno di protesi, e di ogni tipo di attrezzature mediche, ma anche di expertise medica, che noi non abbiamo a sufficienza”, spiega Yevgeniya Piddubna, direttore Corporate Comminications di Farmak, azienda ucraina leader nella produzione farmaceutica.

Fondamentali anche le partnership nel settore agroalimentare: “Siamo al lavoro per la ricostruzione dei corridoi infrastrutturali per il trasporto del grano e degli altri prodotti ucraini, che non possono più partire dai porti”, afferma il ministro delle Imprese Adolfo Urso.  “Stiamo lavorando all’assistenza tecnica perché ci sia un marchio ‘made in Ucraina’, che deve essere un marchio di solidarietà globale”, aggiunge il ministro. Ma la promozione della produzione ucraina, spiega il ministro, non è solo in campo agroalimentare o manifatturiero, “non è solo il granaio d’Europa”: Kiev “è anche un’eccellenza nel campo aerospaziale”. Al settore infatti è stato dedicato un focus specifico che ha visto la partecipazione, tra gli altri, di Leonardo.

In termini di concreta ricostruzione, l’Italia darà un sostegno anche all’architettura civile, per scuole, ospedali, intere città: alla conferenza di stamane è stato presentato anche il masterplan di ricostruzione della città di Mykolaiv, al quale ha contribuito lo studio italiano di architettura e ingegneria One Works.

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