Del Debbio, intervista all’amatriciana con Meloni: va in scena l’Italia perfetta della premier. E il conduttore si autoinvita a cena

Pubblicità
Pubblicità

ROMA – Non finisce a tarallucci e vino, ma insomma: “Con questi dati, con questi successi che ha elencato – sorride Paolo Del Debbio – una carbonara o un’amatriciana al conduttore potrebbe anche essere offerta lì a Palazzo Chigi…”. Carbonara e matriciana, dunque. Giorgia Meloni trattiene a stento una risata soddisfatta a accetta l’auto-invito: “Quando vuole, Paolo!”. “Va bene, d’accordo. Io sono un ragazzo alla buona, mi accontento di poco…”. “Pure io, Paolo!”. “Grazie!”. “Grazie a lei”.

È l’epilogo dell’intervista della presidente del Consiglio, quella andata in onda ieri sera attorno alle 22 durante la trasmissione Diritto e rovescio su rete 4. Meloni è collegata da Palazzo Chigi e parla per venti minuti. La premier è in campagna elettorale. E si vede. Racconta un mondo meraviglioso, quello dell’Italia ai tempi della destra di governo. Riferisce di una centralità inedita in politica estera, la sua. Di dati macroeconomici che regalano soddisfazioni. Sbandiera una linea “law and order” perfetta per la campagna elettorale.

Poco prima del collegamento, a dire il vero, va in onda un servizio ambientato in un mercato di Milano. Racconta dell’inflazione che morde, del lavoro che manca, delle baby gang che spadroneggiano. Quando compare Meloni, però, il cuore del dialogo si sposta: non l’eventuale responsabilità dell’esecutivo, ma gli attacchi alla sinistra che non ha capito, non ha governato, non ha saputo dare risposte. La leader rivendica la linea durissima contro la criminalità minorile e il decreto Caivano, loda i progressi in economia, sostiene che gli italiani si affidano alla sua leadership e lo dimostrano acquistando titoli di Stato.

Al mercato le voci degli abruzzesi delusi: “Qui non c’è lavoro, i nostri figli in fuga”

Va tutto benissimo, insiste. E d’altra parte, c’è una campagna elettorale da vincere, quella in Abruzzo. La destra rischia di perdere. Per questo Meloni si mostra attiva, organizza missioni in giro per l’Italia – oggi a Pordenone, domani in Umbria, quindi a Trento – e accetta di comparire in tv a tarda sera. A un certo punto il conduttore manda in onda un intervento di Conte, che in estrema sintesi sostiene: Meloni prende ordini da Washington e Bruxelles. Del Debbio sorride e dice: “Vuole che le canti Georgia on my mind?”. Serve a ricordare che Biden ha dedicato quelle strofe di Ray Charles alla premier, durante l’ultima missione alla Casa Bianca. Quanta centralità, insomma. “Io – risponde soddisfatta la leader – non vado in giro a prendere ordini, non mi muovo con il piattino in mano. Porto idee in giro per il mondo e vengo ascoltata”. Di più, sempre di più: “Ho ribaltato la visione europea sull’immigrazione. Quando ti considerano un servo non ti accontentano, se non ti considerano servo invece trovano una sintesi”.

È un crescendo di rivendicazioni, accompagnate da parole durissime contro le opposizioni. Se la prende con Conte, soprattutto: “Quando lo ascoltai con la Merkel nel fuorionda mi vergognai, raramente ho provato una vergogna simile”. Lo chiama anche “l’armocromista di Zelensky”. Poi passa al Pd, che “non ha una proposta, parla solo di quanto siamo cattivi noi”. Infine torna al presunto assedio che sta vivendo in prima persona, anche se non spiega da dove arrivi la minaccia: “Porto l’elmetto, anche di notte”.

Manco solo un dettaglio, a completare questa sequenza di attacchi e invettive perfette per i tempi dell’opposizione: a governare il Paese, da un anno e mezzo, è la destra. Quella di Fratelli d’Italia e di Meloni. Non c’è tempo per discuterne, l’intervista volge al termine. Carbonara o amatriciana?

Pubblicità

Pubblicità

Go to Source

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *