Fincanteri alla conquista del subacqueo. Folgiero: “Mercato da 400 miliardi, per noi italiani opportunità enorme”

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WASHINGTON – Il Mediterraneo è uno dei mari più piccoli al mondo, ma è anche il più congestionato. Dai sottomarini russi, che ormai lo presidiano in maniera permanente per promuovere gli interessi geopolitici di Mosca nella regione che include Europa, Africa e Medio Oriente, ai grandi flussi delle migrazioni, per non parlare poi delle infrastrutture che lo attraversano, come i gasdotti o i cavi per le comunicazioni.

E’ per tutti questi motivi che Fincantieri, come ha spiegato l’amministratore delegato Pierroberto Folgiero incontrando i giornalisti italiani a Washington, scommette sul “mare dell’underwater”. Dunque non solo quello che accade sulla superficie dell’acqua, ma anche sotto: “Il mondo subacqueo sarà come lo spazio 40 anni fa. Abbiamo valutato un mercato globale da 400 miliardi di dollari sino al 2030. E noi italiani avremo una opportunità gigantesca”. Quindi ha spiegato il motivo: “Il Mediterraneo sarà il mare dell’underwater, perché è il più piccolo, ma più congestionato del mondo, a livello di infrastrutture. E’ anche un mare geopoliticamente importante, dove si combatte la guerra ibrida che vediamo nello Yemen”, con gli attacchi degli Houti alle navi commerciali nel Mar Rosso. Ciò, infatti, ci ha dimostrato che “fa molto più male tagliare un cavo, che sparare missili o mandare carri armati”.

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Folgiero ha spiegato che “sul subacqueo c’è un mare di lavoro da fare, a partire dai sommergibili tradizionali, che prima di tutto devono essere resi sempre più strategicamente e tecnologicamente autonomi. E poi vanno rimpiccioliti fino a 500, 800 tonnellate, rispetto a quelli da 1.600 che già produciamo. Perché la nuova dottrina della Marina prevede una nave di appoggio che coordina i sommergibili più piccoli”.

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L’amministratore delegato di Fincantieri ha parlato di un “progetto per costruire le celle a combustibile che sono sui nostri sommergibili in Italia, a Bari. Abbiamo sviluppato un sistema di batterie al litio che sarà uno dei primi in Europa e che lanceremo con un evento dedicato. Le prime batterie al litio che si fanno in Italia le produciamo per i sommergibili in una nostra azienda nel Lazio del sud, in associazione con altri fornitori nazionali ed internazionali. Ce le stanno chiedendo anche i tedeschi”.

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L’espansione delle attività è già in corso: “Abbiamo concluso una serie di alleanze nel settore subacqueo e acquistato un’azienda di Bergamo. Vogliamo creare un nocciolo duro di competenze e fare in modo che Fincantieri inizi, accompagnando la Marina in questa nuova dottrina militare. L’obiettivo poi è esportare le tecnologie anche all’estero, usandole nel settore civile”.

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