Fisco, nel magazzino delle tasse da recuperare ci sono 1.200 miliardi. Ma è possibile puntare solo su 101

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Nel “magazzino della riscossione”, dove sono custoditi i vecchi debiti col Fisco degli italiani non ancora pagati, ci sono la bellezza di 1.206,6 miliardi di euro. Il 40% di questi, però, sono di “difficile recuperabilità” già a prima vista per “le condizioni soggettive del contribuente”: 151,7 miliardi di euro sono dovuti da soggetti interessati da procedure concorsuali, 195 miliardi da persone decedute e imprese cessate, 136,5 miliardi da nullatenenti.

In aggiunta, c’è un altro 8 per cento dei crediti (circa 100,4 miliardi di euro) per i quali i tentativi di riscossione sono congelati “per effetto di specifici provvedimenti di sospensione delle attività di recupero”. Sono in particolare “sospensioni disposte da provvedimenti emessi dagli enti creditori o dall’Autorità giudiziaria. E qui rientrano anche i residui della rottamazione quater per i quali sono in corso i pagamenti a rate agevolate.

Restano poco più della metà dei crediti, circa 623 miliardi di euro. La stragrande maggioranza di questi, 502,5 miliardi, “si riferisce a contribuenti nei confronti dei quali l’agente della riscossione ha già svolto, in questi anni, azioni esecutive e/o cautelari”. Se si tolgono le somme oggetto di rateizzazione, il magazzino residuo “su cui le azioni di recupero possono presumibilmente essere maggiormente efficaci, si riduce a 101,7 miliardi di euro”. Meno di un decimo del totale.

Con queste parole, e soprattutto con questi numeri, il direttore dell’Agenzia delle entrate, Ernesto Maria Ruffini, è tornato a puntare il faro sulla complessità dell’attività di recupero di soldi da parte del Fisco italiano. Per altro, il presidente della commissione Finanze al Senato, Massimo Garavaglia, ha ulteriormente ristretto l’ambito di possibile recupero aggiungendo che eliminando i crediti “risalenti”, la base aggredibile scende a 68 miliardi.

L’identikit del debitore

Dalle parole di Ruffini emerge anche l’identikit del debitore del Fisco: il 76% dei singoli crediti è inferiore a mille euro. I contribuenti con debiti da riscuotere sono 22,4 milioni, di cui 18,9 sono persone fisiche e a loro volta 3 milioni hanno attività economica (artigiani, liberi professionisti). Alta è la recidività di iscrizione al ruolo: oltre la metà dei contribuenti è stato iscritto a ruolo in oltre cinque annualità differenti.

La lotta all’evasione

Parlando degli obiettivi dell’Agenzia, Ruffini ha messo in risalto il contrasto all’evasione e all’elusione e in particolare:

  • le frodi Iva
  • l’utilizzo indebito di crediti inesistenti e/o aiuti economici non spettanti
  • l’esterovestizione della residenza fiscale
  • le indagini sulle stabili organizzazioni non dichiarate
  • l’occultamento di patrimoni all’estero.

Come sintetizza Fiscooggi, oltre all’uso dei dati derivanti dalla fatturazione elettronica obbligatoria e dalla trasmissione telematica dei corrispettivi, l’Agenzia punta anche all’utilizzo di altri strumenti per contrastare le frodi come i controlli sulle partite Iva, anche successivi alle cessazioni spontanee delle attività, il “blocco” delle deleghe di pagamento (modelli F24) per i crediti con indici di “fittizietà” e l’inibizione delle dichiarazioni di intento emesse in mancanza dei requisiti di legge.

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