Germania paralizzata dai trattori: tra gli agricoltori in piazza anche gruppi di provocatori neonazisti

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BERLINO – “Abbiate pazienza, sappiamo che creeremo disagi, che il traffico sarà bloccato, ma qui è in gioco il futuro delle famiglie dei contadini e il futuro della produzione nazionale”. Ieri, ai microfoni dei tg serali, Joachim Rukwied aveva chiesto quasi scusa ai suoi concittadini per le maxi manifestazioni previste oggi in tutta la Germania. E il capo dell’Associazione degli agricoltori tedeschi e aveva aggiunto che “non tollereremo azioni violente”.

Ma è sufficiente camminare lungo la fila interminabile di camion, trattori, minibus che ha messo fuori gioco una delle principali arterie di Berlino, per rendersi conto che agli agricoltori furibondi per il taglio dei sussidi si sono mescolati anche estremisti di destra ed esponenti dei nazionalisti dell’Afd.

Tra i 680 veicoli parcheggiati lungo la strada che porta alla Porta di Brandeburgo, si scorge qualche runa e scritte agghiaccianti come “I democratici sono la morte del popolo”. Ma c’è anche chi protesta con ironia: “Farmers for Future” o esibisce una caricatura di Scholz con la bocca cucita e la scritta “Non è il mio cancelliere”. Quasi tutti gli slogan chiedono che il governo semaforo vada a casa.

Le proteste si sono estese dal Mar Baltico alle Alpi, hanno paralizzato autostrade e i centri di molte città, registrando anche qualche eccesso. In Sassonia, ad esempio, e in città note per la tradizione estremista come Dresda e Chemnitz. Lì i militanti del partito di ultradestra “Freie Waehler” hanno preso il controllo delle proteste proclamando un “giorno della resistenza” e urlando slogan violenti contro il governo Scholz. Un cronista del Tagesspiegel ha filmato in particolare alcuni neonazisti che sfilavano in prima fila a Dresda.

La stragrande maggioranza delle 171 manifestazioni, tuttavia, si sono svolte pacificamente. Tanto che qualche pezzo grosso della maggioranza, come i governatori socialdemocratici della Bassa Sassonia e del Brandeburgo, Stephan Weil e Dietmar Woidke, ha chiesto al governo di ripristinare gli sgravi fiscali e gli sconti sui carburanti chiesti dagli agricoltori. “Bisogna anche parlare di agricoltura, se si tratta di dover risparmiare. Ma dietro deve esserci un concetto”, ha osservato Weil.

La tagliola sulle agevolazioni per il settore è scattata nell’ultimo scorcio di dicembre, dopo la sentenza della Corte costituzionale di Karlsruhe che ha cassato 60 miliardi di euro che erano stati iscritti dal governo Scholz fuori bilancio. Alla disperata ricerca di coperture, l’esecutivo ha riscritto la finanziaria decidendo, tra l’altro, i tagli alle sovvenzioni per gli agricoltori. Una scelta che ha provocato le proteste delle ultime settimane.

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