Giovanna Iannantuoni, presidente Crui: “No ai blindati, gli atenei sono luoghi liberi. Ma l’intolleranza è inaccettabile”

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«L’intolleranza negli atenei non è accettabile perché del tutto contraria alla missione stessa dell’università. Ma noi dobbiamo avere il coraggio di non avere paura: aprirci e non chiuderci, rilanciare il dialogo, avere fiducia pretendendo rispetto». È questo che Giovanna Iannantuoni, economista politica, rettrice di Milano Bicocca, alla guida della Conferenza dei rettori delle università italiane, dirà giovedì alla ministra Anna Maria Bernini sui recenti episodi di prevaricazione negli atenei.

Cosa pensa di quel che è successo alla Federico II di Napoli?

«È un episodio brutto che condanno fortemente, esprimendo la mia solidarietà personale e come Crui al direttore Molinari. Ma un fatto così negativo in un clima complesso deve anche interrogarci seriamente sul ruolo dell’università».

Che risposte si dà?

«L’università trova il suo senso nell’apertura e nel dialogo. Siamo fucine culturali e scientifiche di innovazione e di futuro, formiamo capitale umano e facendo ricerca abbiamo l’obiettivo di un impatto positivo sulla collettività. Ecco perché le azioni di Napoli sono incompatibili con il nostro ruolo».

Il presidente Mattarella ha usato lo stesso aggettivo: «Con l’Università — ha detto — è incompatibile chi pretende di imporre le proprie idee impedendo che possa manifestarle chi la pensa diversamente».

«La missione dell’università è in totale contrasto con la prevaricazione. La coscienza critica si forma conoscendo un argomento, sostenendo le proprie ragione e ascoltando quelle dell’altro. Non si può impedire a qualcuno di parlare».

Prima di Napoli c’erano state alla Sapienza la protesta contro David Parenzo o, dalla parte opposta, l’irruzione degli studenti di Forza Italia alla lezione della professoressa Donatella Di Cesare. Cosa accade?

«Si tratta di più episodi ravvicinati che vanno isolati e davanti ai quali, con più forza, dobbiamo rilanciare quel che siamo e facciamo. Il 20 marzo con l’iniziativa “Università svelate” terremo le porte aperte in 85 atenei, con iniziative, eventi, dibattiti. L’università è di tutti, rappresenta la fabbrica più attiva della coesione sociale».

La ministra Bernini sostiene ci sia una «emergenza intolleranza negli atenei». Lei è preoccupata?

«Sono attenta. Dobbiamo prevenire altri episodi, ma credo lo si faccia assieme agli studenti».

Tra loro ci sono anche quelli che protestano. C’è un dissenso che va tutelato?

«Certamente. Che un giovane voglia esprimere, anche con veemenza, la propria opinione è giusto, fa parte della democrazia. Non bisogna però mai cadere nella violenza. La libertà dell’altro è la mia libertà».

Quali iniziative prenderete con Bernini?

«Io credo ci sia bisogno di riaprire il dialogo, di aumentare gli spazi di discussione. Le Aule magne delle università sono agorà di dibattito civico».

Gli studenti denunciano l’intervento delle forze dell’ordine. E c’è chi, a destra, vorrebbe i blindati davanti agli atenei.

«Sono assolutamente contraria. Gli atenei sono luoghi liberi, hanno le porte aperte. Non è pensabile militarizzarli. Non dobbiamo avere paura, le manifestazioni di intolleranza non devono farci arretrare o chiudere in noi stessi».

Se potesse parlarci, lei cosa direbbe ai ragazzi di Napoli?

«Di imparare ad ascoltare. Hanno idee molto precise ed è giusto che le raccontino, ma devono ad avere rispetto delle opinioni altrui come noi lo abbiamo delle loro».

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