Il calcio in televisione. Rincari Dazn, ecco cosa cambia per i già abbonati e a chi proviene da Sky

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Per milioni di abbonati alla pay tv è un’estate di cambiamenti. E la “transumanza” dei clienti Sky verso Dazn, che si è accaparrata i diritti della Serie A per il triennio 2021-2024 è un’ipotesi più che plausibile. Sette partite su dieci in esclusiva, tre in co-esclusiva insieme a Sky: dieci su dieci in tutto. Fino alla stagione 2020-2021 – appena conclusa – erano solo tre. E com’era prevedibile, a cambiare è anche il piano tariffario che passa da 9,99 a 29,99 euro al mese. 

Con due eccezioni: per chi si abbona dal primo al 28 luglio il costo sarà di 19,99 euro al mese per 14 mesi, mentre per chi è già cliente la stessa offerta durerà 12 mesi, con luglio e agosto che saranno però in regalo. Ai suoi abbonati Dazn sta inviando in queste ore delle modifiche unilaterali al contratto proprio per informarli del rincaro. E chi non è d’accordo ha la possibilità di recedere, senza costi, entro 30 giorni dalla comunicazione. Altrimenti, dal primo luglio, scatta il nuovo piano tariffario. 

Tutto chiaro? Non proprio. O meglio: non per tutti. Perché molti clienti Sky hanno usufruito di Dazn tramite un “voucher” emesso dalla società fondata da Murdoch per vedere il canale Dazn1 del bouquet Sky. Adesso come verranno considerati questi clienti? Dazn fa sapere che, da fine giugno, tutti quegli account verranno considerati “dormienti” (clienti sì, ma senza servizi attivi) e da luglio verranno contattati per aderire all’offerta da 19,99 euro. Saranno trattati come tutti coloro che erano abbonati anche nel 2020-2021, assicura l’azienda. 

Il problema è che questi clienti stanno ricevendo delle email fuorvianti. “Alcuni ci segnalano che Dazn gli sta inviando la nuova proposta contrattuale, con tariffa a 29,99 euro al mese che si  attiverà dal primo luglio, a meno che non recedano entro trenta giorni” spiega Massimiliano Dona, presidente dell’Unione nazionale consumatori. Solo cliccando su un link inserito nella mail si capisce che, ai già clienti, verranno dedicate ulteriori offerte. “La comunicazione è ambigua, anche perché queste persone erano abbonate a Sky e non hanno idea se Dazn li consideri nuovi clienti oppure no”, continua Dona: “Dalla lettera si capisce che dal primo luglio pagheranno 29,99 euro, ma se sono vecchi clienti ne dovrebbero pagare 19,99. È un’incertezza che andrebbe chiarita”.

Secondo Mauro Vergari, responsabile del centro studi Ricerche e innovazione di Adiconsum ed esperto di telecomunicazioni, “l’aumento da 9,99 a quasi trenta euro sembra eccessivo. Capiamo che il mercato è libero e i clienti possono disdire in ogni momento, ma una cifra del genere non la chiede Prime, né Netflix e la stessa Sky per la stessa cifra offriva anche il cinema e un decoder per vedere molti altri canali satellitari”.

C’è poi la questione relativa alla qualità dello streaming. Nello scorso aprile diversi clienti Dazn non riuscirono a vedere le partite Inter-Cagliari e Verona-Lazio. L’azienda ha poi offerto loro un mese gratis come compensazione ma secondo Vergari non è detto che questi disservizi non si ripetano. “Sappiamo bene che in Italia ci sono molte zone ‘bianche’, in cui la qualità di ricezione non è adeguata. Ecco perché chiediamo, da sempre, neutralità tecnologica: che un servizio venga trasmesso su tutte le piattaforme, streaming, digitale terrestre o satellitare che sia. Altrimenti bisogna che Dazn investa per consentire a tutti i suoi clienti di vedere le partite senza problemi: parliamo di eventi in diretta dove perdere anche solo dieci secondi può fare la differenza”. Da Dazn replicano che “i requisiti per vedere una partita in streaming non sono elevatissimi, non occorre un abbonamento ultraveloce per usufruire dei nostri servizi”.

Quella della fluidità delle partite non è solo una preoccupazione dei consumatori. In queste ore infatti la Lega Calcio sta dando l’ok a Dazn per il super-spezzatino: dieci partite in dieci orari diversi. Una soluzione che va a tutto vantaggio della piattaforma streaming: in questo modo non ci sarebbero mai sovrapposizioni di partite e sarebbe più facile garantire un segnale di qualità. 

“Una cosa è certa – chiude Vergari – in questa vicenda, l’attenzione al consumatore è stata messa all’ultimo posto. Sia dalla Lega calcio che da Dazn”.

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