Il disastro dello pista da bob (ma è il Cio che detta le regole)

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Una cosa è certa: comunque finisca la storia della pista da bob, l’Italia ha fatto una figuraccia senza precedenti. Il Cio era infuriato già a giugno, Malagò è riuscito a prendere tempo ma adesso bisogna decidere, al massimo entro novembre bisogna fare sapere a Thomas Bach cosa si vuole fare. Il Cio (vedi Spy Calcio del 2 novembre) non vuole Cesana, vuole un impianto esistente e funzionante e spinge per la soluzione di St.Moritz, anche perché deve ancora assegnare i Giochi invernali 2030 e la Svizzera si è candidata (ora pare si faccia sotto anche la Francia). A Losanna ci avevano presi in simpatia, lo stesso Bach aveva condiviso la scelta di assegnare il 24 giugno 2019 i Giochi del 2026 a Milano-Cortina, con la consueta sconfitta della Svezia. Ma da allora abbiamo combinato un disastro dietro l’altro (Baselga di Pinè, laboratorio antidoping, Palasharp di Milano, pista di Cortina…).

Chissà se adesso al Cio si sono pentiti di questa scelta: anche se così fosse, certo non ci possono togliere più i Giochi, manca troppo poco, ma ci potrebbero commissariare se le cose dovessero peggiorare ancora. Anche perché c’è chi non sa, o fa finta di non sapere, che i Giochi olimpici “sono” del Cio. E’ Losanna che detta le regole. Noi possiamo al massimo prendere tempo e arrivare ai test event del bob nel febbraio 2025, come è stato fatto grazie anche all’interessamento di Malagò. Ma è il Cio che decide che a Cesana non si può andare anche perché non si fida soprattutto dei tempi di costruzione. Non si fida più di un Paese che litiga per una pista di bob e non è in grado di costruirne una nuova nuova a Cortina.

La politica è intervenuta in maniera massiccia in questo pasticcio, e chissà se dietro a certe scelte non ci sia la volontà di indebolire ancora di più Malagò, di togliere ancora più potere al Coni (quel poco che resta…). Ma il n.1 di Palazzo H è anche presidente della Fondazione Olimpica e membro Cio: deve e vuole rispettare le regole di Losanna, la Carta Olimpica. Non può certo schierarsi contro. Ora il ministro Antonio Tajani, che sponsorizza la pista di Cesana, si scaglia contro il Cio con parole dure (“la loro scelta è contro il nostro Paese”), parole che certo non faranno piacere a Bach. Sostiene, Tajani, che la “partita” di Cesana non è affatto chiusa, ma per il Cio lo è e anche la Simico aveva già bocciato la pista piemontese. Il vicepremier si affida a Malagò, “farà di tutto per mantenere queste gare in Italia, il presidente del Coni saprà vincere la battaglia con la sua grande esperienza”. Le battaglie, e il ministro degli esteri lo sa bene, sono altre di questi tempi. Questa è solo una grottesca storia italiana dove si mischiano impreparazione, interessi politici, conflitti di interesse, antipatie. Il peggio che poteva succedere.

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