Innamorate, astute, contemporanee: perché le spie non vanno mai fuori moda. E il giallo della barca di agenti sul Lago Maggiore diventerà una serie

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C’è poco da fare l’agente segreto, la spia continua ad esercitare il suo fascino eterno. La letteratura spionistica è ricca e la produzione seriale, adattamenti o storie originali, continua a sfornare nuovi titoli. Sono tante le serie che negli ultimi anni hanno scelto il mondo dello spionaggio come sfondo per le proprie avventure. Sono spie innamorate, spie scaltre e abili nel loro mestiere, ma anche agenti messi ai margini del sistema come i “ronzini”, gli “slow horses” di Gary Oldman, provenienti da un passato di guerra fredda o sprofondate nel complicato scacchiere internazionale contemporaneo. Quando poi la cronaca ispira direttamente la fiction accade che una storia incredibile come quella dell’incidente sul Lago Maggiore di poco più di un mese fa, quando una barca con venti agenti di intelligence italiana e israeliana si è ribaltata, diventi materia di sceneggiatura. È stato annunciato infatti che Izhar Harlev, cocreatore della serie 101 Mossad, realizzerà una serie da quella storia dal titolo Maggiore, per la rete che ha già prodotto un cult del genere Fauda. Come anticipato a Variety, la serie racconterà il naufragio della piccola imbarcazione sul Lago Maggiore il 28 maggio e la catena di eventi che seguirono alla tragedia. La barca è affondata dopo essere stata colpita da una violenta tempesta con 23 passeggeri a bordo, di cui quattro sono annegati, tra cui un ex agente dell’agenzia di spionaggio israeliana Mossad, due ufficiali dell’intelligence italiana e una donna russa. Per realizzare la sceneggiatura sarà impiegato un giornalista investigativo.

Quindi non rimane che aspettare. A chi piace il genere però l’offerta è varia sulle piattaforme e c’è solo l’imbarazzo della scelta. 

‘Una spia tra noi’, la serie sulla guerra fredda tra amicizia e

Se il migliore amico è una spia nemica

Una spia tra noi – Un amico leale fedele al nemico è la serie ambientata in Gran Bretagna durante la guerra fredda ispirata al bestseller del New York Times di Ben Macintyre A Spy among Friends: Kim Philby and the Great Betrayal (dal 17 luglio in esclusiva su Sky e in streaming solo su NOW). Al centro della miniserie la complessa relazione di Nicholas Elliott (Damian Lewis), ufficiale dell’intelligence per l’MI6 e il suo caro amico e collega Kim Philby (Guy Pearce) che, nel 1963, decide di disertare in Russia dopo aver lavorato segretamente come doppio agente per il KGB. L’amicizia tra i due protagonisti è la prospettiva attraverso la quale viene raccontato una storia che influenza ancora oggi i rapporti tra la Russia e l’America. Creata dal produttore e sceneggiatore di Homeland – Caccia alla spia Alex Cary, la serie è una storia di lealtà e fiducia e ovviamente di tradimento: il comportamento di Kim ha conseguenze devastanti non solo sulla sua amicizia con Nicholas ma su delicati equilibri politici e sociali e danneggia gravemente anche l’intelligence britannica e quella americana.

‘Slow Horses’, la serie anti James Bond. Gary Oldman: “Gli artisti come le spie, brillanti e difficili”

I ronzini di Gary Oldman

È contemporanea, anche se ha il sapore dei romanzi di Le Carré e Fleming, la serie Slow horses, due stagioni su Apple tv+ ma già confermata la terza, protagonista una squadra di agenti dell’intelligence britannica che presta servizio in un dipartimento dell’MI5 noto come Slough House, più o meno “il pantano”. Ora passano le loro giornate tra compiti pressoché inutili, comandati all’irascibile e geniale Jackson Lamb, problemi di socialità e alcolismo, interpretato dal premio Oscar Gary Oldman.  Tratta dal primo romanzo di Mick Herron, vincitore del CWA Gold Dagger Award, la serie prende il via quando nel palazzo fatiscente in cui sono parcheggiati gli agenti di Lamb fa l’ingresso l’ultimo arrivato, River Cartwright (Jack Lowden), nipote di uno storico agente (Jonathan Pryce) allontanato dal Whitehall per un grave errore di valutazione in un’esercitazione, i “cavalli lenti” vengono coinvolti nelle indagini sul rapimento di un giovane musulmano da parte di un gruppo di estrema destra nonostante Diana Taverner (MI5, interpretata da Kristin Scott Thomas) faccia di tutto per tenerli fuori. “Negli anni ho lavorato con tante persone brillanti e difficili – ci ha raccontato Gary Oldman –Non sono una spia e non conosco niente di quel mondo a parte quello che posso aver letto sui libri, ma posso immaginare che quell’ambiente attragga un po’ lo stesso tipo di persone dell’industria cinematografia e del teatro”.

Richard Madden e Stanley Tucci spie per ‘Citadel’ sulle orme di James Bond e Jason Bourne

L’intreccio mondiale di Citadel, le spie ci sono in tutto il mondo

É un grande progetto internazionale, un franchise che unisce sotto lo stesso cappello storie che si svolgono in Inghilterra, Stati Uniti, Italia, India, Messico e Spagna, quello prodotto dai fratelli Russo (quelli di Avengers). Citadel su Prime Video ha debuttato con la prima stagione protagonisti Pryanka Chopra, Richard Madden e Stanley Tucci e mentre già viene annunciata la seconda si cominciano ad avere informazioni sullo spinoff italiano (Diana, protagonista Matilda De Angelis) e indiano. La serie mescola tutti gli stili: dall’azione al film sentimentale, dalla commedia sofisticata al thriller internazionale con un cast corale d’eccezione. Citadel è un’agenzia indipendente di spionaggio nata per difendere la sicurezza di tutti al di là degli stati, otto anni fa però è stata distrutta e gli agenti più importanti (Madden e Chopra) hanno perso la memoria in un sistema di autoprotezione. Finché il personaggio interpretato da Stanley Tucci non li ritrova e chiede il loro aiuto per sventare una minaccia alla sicurezza globale. Si parte da qui per un giro di giostra e del mondo che porta i protagonisti in tutti i luoghi iconici del cinema di spionaggio: dalle piste innevate ai palazzi del potere tra l’Inghilterra e gli Stati Uniti, dai luoghi esotici di vacanza alle case sicure più nascoste. “L’idea di un’agenzia di spie globale che esiste in tutti questi paesi era giusto fare in modo che le storie avessero un respiro maggiore, con altre versioni della storia ambientata nei diversi paesi con i talenti di quei posti – ha spiegato a Londra Richard Madden –  Questo ha reso lo show più grande, più reale e più importante e lo ha arricchito a livello narrativo. Quello che mi è piaciuto poi è il fatto che combina spionaggio e romanticismo: l’azione condiziona la storia d’amore e viceversa, sono intrecciate, inseparabili”.

‘Liaison’, la serie con Vincent Cassel e Eva Green: spionaggio e passione

Quando la relazione non si spezza anche se si lavora per fronti opposti

Amore, attrazione e tanta azione anche nella serie bilingue (inglese e francese) Liaison con Eva Green e Vincent Cassel. Creata e scritta da Virginie Brac e diretta dal vincitore dell’Emmy Stephen Hopkins (24), è una storia in cui spionaggio e intrighi politici intralciano una lunga e appassionata storia di amore di cui sono protagonisti il mercenario Gabriel Delage (Cassel) e Alison Rowdy (Green) che oggi lavora per il governo britannico ma in passato ha avuto una relazione con Gabriel. Vincent Cassel ci ha spiegato  perché, secondo lui, le spie continuano ad esercitare un grande fascino sugli spettatori. “Ho incontrato delle persone che fanno realmente questo mestiere, dei mercenari che hanno lavorato per i servizi segreti di tutto il mondo, per la Dgse (servizio informazioni all’estero della Francia, ndr), l’Mi2 inglese, per il Mossad israeliano, ma anche per l’Arabia Saudita persino per il Vaticano. Si lavora per chi paga e per chi paga meglio, è un mestiere particolare e per farlo bisogna avere una fiducia immensa in se stessi e nelle proprie capacità. Spesso questi agenti mercenari vengono abbandonati dai loro datori di lavoro quando le cose non vanno per il verso giusto, molto cinico. Facendo questo mestiere si guarda cosa accade dietro le quinte dell’attualità, non è quello che si vede nei telegiornali. Se si va a indagare i veri interessi che muovono il mondo si ha un quadro molto cupo della realtà. Ho cercato di rendere questo mio personaggio un antieroe molto francese per un pubblico internazionale e l’ho visto sempre proprio come il contrario di uno 007, un cane bastonato del quale si può avere fiducia”.

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