La preside che porta il pitbull a scuola: “Amareggiata dall’esposto, nessuno si era mai lamentato. Ares è sempre al guinzaglio, per ora non so a chi lasciarlo”

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Si dice “amareggiata e colpita, perché sarebbe stato più corretto che le persone messe in difficoltà me lo avessero fatto sapere di persona, invece a me non è arrivata mai una lamentela”. La preside dell’Istituto scolastico Pietro Verri, Susanna Musumeci, ha visto poche ore fa l’articolo pubblicato da Repubblica, in cui si dava conto di un esposto contro di lei, da parte di una parte del personale della scuola, in cui si denuncia la presenza del suo pitbull durante l’orario scolastico. “Ma in poche ore – dice – ho ricevuto almeno venti messaggi di solidarietà”.

Preside Musumeci, cosa si sente di rispondere a chi ha segnalato il caso?

“Sono dirigente scolastico da dieci anni. Soltanto negli ultimi tre mesi, per un problema familiare, mi è capitato di dover portare il cane a scuola. Non è che viva con il cane a scuola. Il cane è in presidenza, chiuso, davanti alla porta c’è un cartello appeso che avvisa di bussare prima di entrare. Ritengo che il preside possa avere qualunque ospite, umano o non umano, nel suo ufficio”.

Nell’esposto si parla di un animale che gira libero per tutti i locali dell’istituto.

“No, il cane non gira per la scuola. Lo fa solo quando io devo fisicamente fare il percorso dal portone d’ingresso alla presidenza e viceversa, e il cane è sempre al guinzaglio. Non lo porto nelle classi, nelle palestre, e gli alunni non hanno contatti con lui se non quelli che vengono in presidenza. In questo caso, faccio scegliere a loro se entrare, comunque trattenendo il cane, o se debba essere io a uscire. Comunque nessuno mai è stato morso, attaccato. Il cane è sempre al guinzaglio con me. Non è mai successo nulla”.

La foto che abbiamo pubblicato lo mostra al suo fianco durante una riunione.

“E’ capitato, ma mai con gli alunni. Con i docenti, in alcune riunioni collegiali era con me, come si vede nella foto. Quello che non si vede però è che il cane era legato al tavolo, non poteva muoversi. La foto è stata fatta in auditorium, dove io non sono vicino ai docenti, in una posizione rialzata a dieci metri dalla prima fila, non c’è contatto”.

Eppure a qualcuno ha dato fastidio.

“Guardi, io so di altri colleghi di altre scuole, che come me portano il cane in presidenza. Perché è uno spazio chiuso, privato, e ritengo che possa gestire il cane senza nuocere nessuno”.

Cosa risponde agli autori dell’esposto?

“Mi sento di rispondere che sarebbe stato più logico, più corretto, che le persone messe in difficoltà me lo avessero detto. A me non è arrivata nessuna lamentela. Rimango un po’ colpita che questo problema non sia stato gestito prima a livello personale. Se non ci fosse stato riscontro, allora capirei la scelta di passare a un canale superiore. Andarmi a trovare una lamentala pubblica quando a me non è mai arrivata, mi ha lasciato un po’ di amarezza. Pensavo di avere un altro tipo di rapporto col personale. Posso dire però di aver ricevuto molti messaggi di solidarietà, già una ventina ed è passata solo un’ora da quando ho

visto il vostro articolo”.

Ora cosa pensa di fare?

“Come le ho detto, il cane è con me a scuola solo da tre mesi, non è stato con me prima, e la situazione è temporanea. La dogsitter che se ne occupava prima non può più, e io sono fuori casa dalle sette di mattina alle sette di sera. Devo trovare qualcuno che lo possa gestire”.

Dalle foto sembra molto mansueto.

“Lo è. È un cucciolo di un anno e mezzo. Si chiama Ares, come il Dio della guerra della mitologia greca, perché è molto muscoloso. Ma è molto tranquillo. E’ un nome che non corrisponde al suo carattere”.

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