Lazio-Roma 0-0: più nervosismo che spettacolo, brutto derby all’Olimpico

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ROMA — Ci sono partite in cui non farsi male è già un risultato. Per quanto discutibile, il derby di Roma riavvolge il nastro della propria storia fino a ricordare i tristissimi Anni 90, quando il pareggio era la routine, quasi una corsa a non colpire per non rischiare di essere affondati. E in un Olimpico strapieno pure i tifosi sono tornati a lanciarsi fumogeni da un settore all’altro, come tanto tempo fa. Forse per sopravvivere agli sbadigli, interrotti solo da due occasioni di Luis Alberto e Romagnoli. Noia per sopravvivere e non complicare ulteriormente una classifica modestissima.

«La cronaca della gara»

Si parte: gol annullato alla Roma

Il primo tempo della Roma è durato poco più di un quarto d’ora. Collezionando molto possesso e poche occasioni: un colpo di testa fiacco e altissimo di Lukaku, un tiraccio di Karsdorp in curva, un gol annullato a Cristante per fuorigioco evidente anche senza disturbare il Var, dopo che ancora Karsdorp aveva sparato su Provedel un generoso invito di Marusic. Tutta qui la produzione mourinhana.

Due occasioni per la Lazio: palo e miracolo di Rui

Il rumore del palo centrato di prima da Luis Alberto però è il segnale che qualcosa è cambiato. La prima, rotondissima occasione della partita più sentita della capitale. Da quel momento, la Roma s’è ritirata come impaurita dietro, abbassandosi progressivamente. Mentre la Lazio si prendeva il campo, qualche fallo, qualche ammonizione avversaria – prima mancini, poi Ndicka – e pure l’illusione di passare in vantaggio: a negare il gol dell’ex a Romagnoli, su avvitamento aereo, un volo prodigioso di Rui Patricio. Sembra il detonatore capace di sbloccare finalmente la partita. E invece, per quanto paradossale sia, il pericolo fa scattare gli allarmi negli appartamenti di Sarri e Mou, che da quel momento sembrano voler rischiare meno, arrivare indenni all’intervallo limitando i rischi. Missione compiuta.

Mou al quarto uomo: “Non avete le palle”

La ripresa parte nervosa. Basta un fallo di Immobile, già ammonito, per animare le aspettative di Mourinho, che si rivolge al quarto uomo urlandogli: “Non avete le palle”. Avrebbe voluto il secondo giallo, se non per il fallo, almeno per le proteste successive. Il copione è quello dell’avvio: la palla la tiene la Roma, la Lazio aspetta. Ma la produzione offensiva si limita a un coast to coast di Lukaku palla al piede, il gigante belga però scarica la rabbia del tiro su un avversario anziché verso Provedel.

Infortuni e sbadigli

La Lazio, che pare rimasta negli spogliatoi, si sveglia all’improvviso quando Vecino – entrato al posto di Cataldi – ricorda a Rui Patricio che non è il caso di distrarsi. Buon tentativo che resterà senza copie visto che qualche istante dopo deve lasciare il campo a Rovella per un guaio al ginocchio. Anche quello è un segnale: la partita è finita, andate in pace e senza litigare, come invece insistono a fare Immobile e Paredes, quasi ignorando ciò che i loro compagni hanno già capito. Con buona pace di chi ha pagato il biglietto e di chi forse in tv ha preferito sintonizzarsi su un più frizzante Chelsea-Manchester City, oggi specchio della mediocrità di un campionato, quello italiano, perfettamente incarnata da questo derby di Roma.

Il tabellino di Lazio-Roma

Lazio 0

Roma 0

Lazio (4-3-3): Provedel 6 – Lazzari 6.5, Patric 7, Romagnoli 7, Marusic 6 (36′ st Hysaj sv) – Guendouzi 7, Cataldi 6 (19′ st Vecino sv, 30′ st Rovella 6), Luis Alberto 6.5 – Felipe Anderson 5 (37′ st Kamada 6), Immobile 5.5, Pedro 5 (19′ st Isaksen 6.5). All. Sarri 5.5.

Roma (3-5-2): Rui Patricio 7 – Mancini 6.5, Llorente 6.5, Ndicka 6 – Karsdorp 5.5 (41′ st Celik sv), Cristante 6, Paredes 6, Bove 6.5 (37′ st Renato Sanches sv), Spinazzola 6 (45′ st Kristensen sv) – Dybala 5 (37′ st Azmoun sv), Lukaku 5. All. Mourinho 5.5.

Arbitro: Massa 6.

Note: ammoniti Mancini, Ndicka, Sarri, Lukaku, Immobile, Luis Alberto, Patric e Azmoun. Spettatori: 63 mila.

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