Maxim Kuzminov, l’uomo morto due volte

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L’uomo che è morto due volte. Quando gli investigatori spagnoli hanno controllato i documenti ritrovati sulla persona assassinata in un garage di Villajoyosa il 13 febbraio, hanno capito di essere davanti a un mistero: risultava infatti già deceduta dieci anni fa. Ma Igor Shevchenko, nato a Donetsk nel 1990 e caduto combattendo ventiquattro anni dopo con le milizie secessioniste, in realtà era Maxim Kuzminov, il pilota russo che nello scorso agosto aveva disertato consegnando il suo elicottero all’intelligence di Kiev.

I servizi segreti ucraini nell’assegnargli una nuova identità hanno scelto un profilo reale, contando sulla difficoltà di ripercorrere le tracce nella situazione che esiste nel Donbass dal 2014. Così gli hanno dato documenti formalmente validi ma intestati a una figura di cui difficilmente in Europa si sarebbe potuto ricostruire la sorte, poiché l’autoproclamata repubblica di Donetsk è stata annessa alla Russia e non ha rapporti con l’Interpol. In modo beffardo, avrebbero usato i dati anagrafici di un volontario morto combattendo per Mosca.

Il passaporto gli è stato rilasciato il 22 settembre 2023, un mese dopo il volo con cui ha attraversato le linee e completato la defezione negoziata con le spie ucraine. Nelle stesse ore la madre era stata trasferita all’estero: in cambio della sua collaborazione avrebbe ottenuto mezzo milione di euro. Kuzminov aveva concesso numerose interviste ai media, denunciando l’aggressione voluta da Putin.

Il mistero del sito italiano anonimo e filorusso che ha fatto lo scoop mondiale sul disertore ucciso in Spagna

I due militari che si trovavano con lui sull’elicottero sono stati uccisi. I russi sostengono che sia stato Kuzminov ad ammazzarli, gli ucraini hanno dichiarato che sono stati i loro agenti ad ucciderli perché stavano tentando di scappare dopo l’atterraggio. Immediatamente, la propaganda del Cremlino lo ha definito “un traditore e un killer”: 007 del Gru sono apparsi in televisione promettendo che lo avrebbero “rintracciato ed eliminato”.

A fine ottobre Kuzminov-Shevchenko ha raggiunto la Spagna. I servizi di Kiev hanno detto di averlo sconsigliato, cercando in tutti i modi di dissuaderlo. Anche perché ha deciso di andare ad abitare in una località balneare nei pressi di Alicante dove vive una comunità russa: il rischio di venire riconosciuto era molto alto.

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La sera del 13 febbraio il fuggitivo è stato ucciso da ignoti sicari che hanno esploso almeno cinque colpi e poi hanno travolto il corpo con l’auto. La vettura è stata trovata poi incendiata. Gli investigatori della Guardia Civil non hanno recuperato indizi: niente bossoli, impronte, tracce di Dna o filmati significativi delle telecamere. E le verifiche avviate sul documento hanno fatto emergere come l’identità fosse fittizia. Un vero giallo.

Il nome della vittima in maniera sorprendente è stato rivelato sei giorni dopo da una sconosciuta testata online italiana, Il Corrispondente, con un articolo intitolato “I traditori non vivono a lungo” poi rilanciato dalla Tass. Il giornale ospita contenuti filorussi ed è anonimo: riporta come sede l’indirizzo di una boutique di piazza di Spagna e un codice fiscale inesistente. Alcune tracce informatiche lo collegano ad Amedeo Avondet, ventiquattrenne fondatore del partito Italia Unita gemellato con Russia Unita di Putin.

Avondet a Repubblica ha dichiarato di essersi limitato a scrivere articoli tecnici per Il Corrispondente: analisi del conflitto ucraino frutto della sua esperienza al fronte con una brigata delle forze speciali russe. Il giovane torinese è stato pochi mesi a Mosca, dove ha incontrato il vicepresidente della Duma e la Tass ha dato grande attenzione alle iniziative del suo movimento. “Non so come abbiano avuto la notizia – ha detto a Repubblica – ma Kuzminov è un traditore e un bastardo, merita la fine che ha fatto”.

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Secondo fonti degli apparati di sicurezza spagnoli riportate da El País, l’omicidio sarebbe opera dei servizi segreti russi: ipotizzano sia stato compiuto da un commando venuto dall’estero che ha lasciato il Paese dopo il delitto. “Sarebbe un episodio gravissimo, che ci imporrebbe di dare una risposta forte”, hanno anticipato a El País ufficiali del ministero degli Esteri. Non sorprende: il capo degli 007 del Svr Sergei Narishkin ha dichiarato che Kuzminov era “un traditore criminale” e che era diventato “un cadavere morale” nel momento della diserzione. Le autorità iberiche stanno comunque attendendo l’esisto del test del Dna per avere la certezza sull’identità ed evitare altri colpi di scena.

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