Meloni, quello sguardo rivolto al passato, a un mondo che non esiste più e forse non è mai esistito

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Quale futuro immagina per il Paese la nostra destra sovranista? Difficile rispondere perché, più che in avanti, il suo sguardo sembra rivolto al passato, a un mondo che non esiste più o forse non è mai esistito. Alle società plurali oppone una comunità biologicamente omogenea, ai fenomeni migratori il fantasma della “sostituzione etnica”, alle famiglie omogenitoriali un modello plasmato sulla società contadina degli anni Cinquanta.

L’anno nero

Il primato del diritto nazionale

E in uno scenario sempre più globalizzato invoca il primato del diritto nazionale, salvo poi rendersi conto che da soli non si va da nessuna parte. La storia grande è in preda a grandi mutamenti – cambia il Paese, cambia l’Europa, cambia l’Occidente, cambia la geografia mondiale – ma i fratelli d’Italia insieme ai loro cugini leghisti preferiscono girarsi da un’altra parte, cavalcando le paure di chi non regge alle trasformazioni perché lasciato da solo. O di una popolazione naturalmente reazionaria perché molto anziana, incline quindi più al rimpianto che all’immaginazione del nuovo.

Il magico mondo della destra italiana

Nel magico mondo della destra italiana quella del futuro non sembra una preoccupazione così urgente, anche perché richiede molta fatica. Più semplice cancellare ampie zone della modernità, negando che esistano. Il clima è stravolto, esondano i fiumi, si muore per una pioggia? D’estate ha sempre fatto caldo, la transizione ecologica promossa dall’Europa può aspettare. A volte si arriva a negare la propria stessa vita, teorizzando modelli sociali contraddetti da un vissuto quotidiano di tutt’altro segno.

La famiglia tradizionale che nessuno vive più

Anche in un recente incontro con Viktor Orbán, il paladino della “razza europea”, la premier Meloni ha riproposto l’ideale di una famiglia tradizionale che lei stessa incarna fino a un certo punto, nella sua felice convivenza con un compagno mai sposato. E si potrebbe dire lo stesso per altri importanti leader della destra, titolari felici di più famiglie che hanno rotto con il “modello naturale”.

I richiami inascoltati della Corte Costituzionale

Oggi le famiglie vanno trasformandosi e arricchendosi secondo direzioni sconosciute nell’Italia premoderna, che però ora sono pienamente ammesse dalla Corte Costituzionale. Ma i nostri governanti preferiscono ignorarlo, confinando nell’illegittimità i figli dei genitori gay a cui la stessa Consulta nei limiti del suo potere ha voluto garantire diritti eguali agli altri. Così come in passato la Corte, con il riconoscimento delle unioni civili, ha voluto dare legittimità alle coppie omosessuali: totalmente inascoltata dai tanti generali Vannacci che ancora proliferano nella destra italiana. Eppure la Consulta è la voce della Costituzione, ossia una bussola permanente che dovrebbe valere per tutti i governi.

L’estraneità dell’evo meloniano ai valori della nostra Carta

E qui veniamo al punto essenziale. Ma per i nostri sovranisti la Carta Costituzionale è un disegno irrinunciabile della vita civile o è un libro ormai datato da mettere in soffitta? Abbiamo tutti la stessa idea delle vicende storiche da cui è scaturita la Costituzione o c’è chi pensa che l’antifascismo non abbia legittimità nella storia d’Italia tanto da non riuscire neppure a nominarlo? La risposta alla prima domanda è nei tanti provvedimenti, decreti, improvvide sortite pubbliche a cui abbiamo assistito nel primo anno dell’evo meloniano, perché il filo comune va cercato proprio nella loro estraneità ai valori costituzionali.

Pugno duro per le ferite sociali

Uguaglianza, solidarietà, inclusione, rispetto della diversità, pluralismo ideale e religioso sono principi lunarmente distanti dall’ideologia di una destra fedele solo alla bandiera securitaria, per la quale le ferite sociali si curano con le maxi retate, gli abbandoni scolastici con la prigione per i genitori, la criminalità minorile con misure carcerarie più severe. Così come per i flussi migratori la soluzione viene cercata nell’istituzione di nuovi Cpr, ossia centri detentivi dove muoiono i diritti.

“Dio, patria e famiglia”

“Dio, patria e famiglia” è lo slogan più evocato dalla premier. Ma il Dio che ha in mente Meloni è quello che sta dalla parte degli ultimi e dei diseredati o tiene in mano la frusta per punirli? Anche questo ha a che fare con la storia che deve essere ancora scritta.

Il progetto di rifondazione di una nuova Repubblica

Non sembra esistere il futuro, per la nostra destra sovranista, se non in una esibita marcia indietro rispetto ai principi democratici sanciti settantacinque anni fa dai padri costituenti. E allora anche il revisionismo storico non è solo un ammiccamento ai fascisti nostalgici ma risponde al progetto di rifondazione di una nuova Repubblica non più basata su quella cultura costituzionale, ma su un’altra cosa che ancora non conosciamo ma intravvediamo. Un ritorno al passato che preoccupa e inquieta.

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