Messina Denaro, arrestata Martina Gentile, la figlia della maestra amante del boss: “Consegnava i pizzini con la figlia nel passeggino”

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Matteo Messina Denaro, il boss delle stragi e delle complicità eccellenti, aveva una venerazione per la giovane Martina Gentile, la figlia della sua amante, Laura Bonafede, insospettabile maestra elementare : “E’ come se fosse mia figlia – scriveva alla sorella Giovanna – ha molto di me perché l’ho insegnata io, se vedessi il suo comportamento ti sembrerei io al femminile”. La ragazza ricambiava con parole altrettanto appassionate: “Carissimo adorato – scriveva al capomafia – Che immensa gioia poterti abbracciare, è stato bellissimo, mi sono sentita protetta, importante, felice, non so spiegarti”. Così una giovane di 31 anni era diventata una delle “postine” più fidate del superlatitante di Cosa nostra fermato il 16 gennaio scorso e morto il 25 settembre. Questa mattina, i carabinieri del Ros hanno arrestato Martina Gentile. La procura diretta da Maurizio de Lucia le contesta i reati di favoreggiamento e di procurata inosservanza della pena, con l’aggravante di aver favorito l’organizzazione mafiosa. La giovane resterà agli arresti domiciliari, perché madre di una bambina.

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E proprio la figlia minorenne è finita, suo malgrado, al centro dell’indagine coordinata dal procuratore aggiunto Paolo Guido e dai sostituti Gianluca De Leo e Pierangelo Padova. Dai pizzini e da alcune intercettazioni è emerso che la donna portava con sé la bambina nel passeggino per allontanare i sospetti. Soprattutto quando doveva consegnare i pizzini. Martina Gentile avrebbe fatto da tramite fra la madre e il latitante, consegnando i biglietti a un’altra donna, Lorena Lanceri, la vivandiera del boss arrestata a marzo assieme al marito. Gli scambi dei pizzini sarebbero avvenuti in uno studio di architettura di Campobello di Mazara dove lavoravano sia Martina Gentile che Lorena Lanceri. Questa mattina, è scattata una perquisizione nello studio, che fa capo a un ex assessore all’Urbanistica del Comune.

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Martina Gentile era finita sotto inchiesta già nei mesi scorsi, quando la madre era stata arrestata. All’epoca, il gip aveva rigettato una misura cautelare per lei. Più di recente, investigatori e magistrati hanno ricostruito con precisione la sua attività di “postina” di pizzini riservati. Martina Gentile custodiva davvero tanti segreti del superlatitante.

In una lettera alle sorelle, il capomafia metteva addirittura a confronto la giovane con sua figlia Lorenza, che denigrava. “Vi potrei raccontare la storia di tante con il padre assente e della stessa generazione, perché sono informato di tutte quelle a cui manca il padre. Ebbene, nessuno ha fatto la fine di Lorenza, sono tutte sistemate, che voglio dire? È l’ambiente in cui cresci che ti forma, e lei è cresciuta molto male. Ma la cosa che mi ha fatto più senso è la frase finale di questa Martina, mi ha colpito questa frase del necrologio che ha fatto per il nonno: “Onorata di appartenerti”. Ma lo capite?”. Martina aveva scritto un necrologio davvero appassionato al nonno capomafia.

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E, qualche tempo dopo, ribadiva a Messina Denaro in un pizzino: “Ti voglio bene, se posso fare qualcosa per te”. Per la procura avrebbe fatto davvero tanto per favorire la latitanza del boss. Erano i giorni in cui Messina Denaro era arrabbiato con la figlia Lorenza, e continuava a fare paragoni: “Non sono stato solo e Sciacqualattuga non significa più niente per me”. Poi, però, dopo la morte, ha riconosciuto ufficialmente la figlia e le ha dato il suo cognome. Martina Gentile restava comunque nel cuore del boss: le indagini dei carabinieri dicono che di tanto in tanto la giovane andava a Palermo, probabilmente per consegnare altri biglietti del superlatitante. A chi?

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