Multe fino a 5mila euro per chi impiega operai irregolari, anche nei lavori di casa

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Appena pubblicato in Gazzetta ufficiale il decreto Pnrr con gli interventi in materia di lavoro, si profila un nuovo giro di vite, in particolare sul lavoro irregolare nel settore dell’edilizia. Con controlli e finalmente le multe, che arrivano fino alla “taglia” di interventi che corrispondono al costo di una ristrutturazione di casa.

La bozza del decreto Lavoro (parte del testo sulla Coesione) insiste infatti sul tema della congruità della manodopera. Ovvero la previsione che i responsabili di progetto, quando si tratta di pubblico, o di committenti, nel caso di privati, debbano assicurare che l’incidenza della manodopera sul costo totale dei lavori sia proporzionata, utilizzando coefficienti stabiliti dagli accordi collettivi di categoria. Un modo per mettere fuori gioco chi usa gli operai in nero.

Già dal 2021 l’obbligo di certificare questa coerenza sul costo del lavoro era in vigore. Ma non c’erano le sanzioni, arrivate con il decreto Pnrr appunto. E ora il nuovo decreto prevede che le sanzioni – in caso di esito negativo della verifica della congruità della manodopera – scatteranno per tutti gli appalti pubblici e per lavori da 70mila euro nel privato.

Si tratta di soglie più stringenti dei livelli attuali. Per gli appalti pubblici viene eliminata la soglia di 150mila euro: in caso di violazione, il responsabile del progetto, può essere segnalato all’Anac. Negli appalti privati la soglia scende da 500mila a 70mila euro, il valore di una ristrutturazione di un’abitazione: in caso di verifica negativa scatta una sanzione da 1.000 a 5.000 euro per il committente.

La norma modifica dunqu quanto previsto dall’ultimo decreto Pnrr, che stabilisce, per gli appalti pubblici e privati di realizzazione dei lavori edili, che, prima di procedere al saldo finale dei lavori, il responsabile del progetto, negli appalti pubblici, e il committente, negli appalti privati, verifichino la congruità dell’incidenza della manodopera sull’opera complessiva.

Per gli appalti pubblici, in mancanza di esito positivo della verifica o di previa regolarizzazione della posizione da parte dell’impresa affidataria dei lavori, la violazione viene segnalata all’Anac ai fini della valutazione della performance del responsabile del progetto.

Negli appalti privati, in assenza di esito positivo della verifica o di previa regolarizzazione della posizione da parte dell’impresa affidataria dei lavori, scatta la sanzione amministrativa da 1.000 a 5.000 euro a carico del committente.

Cosa significa in concreto? Solitamente un intervento in casa di valore importante, soprattutto se ci sono di mezzo incentivazioni fiscali, prevede un direttore dei lavori che si assume la responsabilità. I cittadini potrebbero esser direttamente coinvolti in caso di lavori in edilizia libera, quelli che non richiedono un documento come la Cila per essere avviati: qui è più probabile che il proprietario di casa sia direttamente committente e quindi responsabile anche della verifica dei requisiti della ditta sulla certificazione di congruità della manodopera.

Nel decreto, per altro, si prevede anche un ampliamento del Siisl, il Sistema informativo per l’inclusione sociale e lavorativa: la piattaforma nata per favorire l’incrocio tra domanda e offerte e inizialmente rivolta agli ex percettori del Reddito di cittadinanza diventerà accessibile a tutti gli utenti e potrà contenere anche le offerte dei datori di lavoro privati. Sarà un decreto ministeriale a definire le modalità e condizioni con cui i datori di lavoro potranno pubblicare gli annunci e le modalità di accesso “su base volontaria da parte” degli utenti in cerca di lavoro.

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