Napolitano, come sarà il rito laico dei funerali a Montecitorio: oratori scelti dalla famiglia, diretta tv e maxischermi

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Montecitorio si prepara ad ospitare l’ultimo saluto a Giorgio Napolitano, morto venerdì sera all’età di 98 anni. Una sequenza frenetica di riunioni sta scandendo le ore che precedono il rito laico dei funerali, un inedito assoluto nell’aula della Camera. C’è da stabilire il cerimoniale e il cronoprogramma, in collaborazione con la famiglia del presidente emerito della Repubblica, in particolare con il figlio Giulio.

La cerimonia inizierà alle 11 e 30 di martedì. È stata prevista una diretta tv su Rai Uno. Le autorità, a cominciare dal presidente Sergio Mattarella, troveranno spazio nell’emiciclo, gli ospiti riempiranno le tribune, due spicchi saranno riservati ai giornalisti. Saranno predisposti maxischermi all’esterno dell’edificio.

Il cerimoniale, come avviene per i funerali di Stato, è in capo a Palazzo Chigi, ma la scelta degli oratori sarà fatta dalla famiglia. Saranno cinque, al momento sono confermati l’ex premier Giuliano Amato e il cardinale Gianfranco Ravasi, presidente emerito del Pontificio consiglio della cultura, che con Napolitano ha condiviso colloqui e confronti sul tema del dialogo tra laici e credenti. Nella lista degli interventi potrebbero esserci anche Anna Finocchiaro, Gianni Letta e Paolo Gentiloni, ma si attendono conferme. Si prevede che la funzione possa durare 90 minuti, per concludersi quindi entro le 13.

I precedenti di Iotti e Ingrao

Due soli precedenti, sempre in forma laica, ma entrambi celebrati all’esterno della Camera, in piazza Montecitorio. Il più recente fu nell’ottobre 2015, per la morte di Pietro Ingrao. Eravamo in pieno renzismo: Matteo Renzi sedeva a palazzo Chigi, Sergio Mattarella era stato eletto a fine gennaio. L’orazione funebre la tenne Alfredo Reichlin. C’erano don Ciotti, Citto Maselli col pugno chiuso, Ettore Scola. Bandiere rosse di Rifondazione e Bella ciao. Poca gente in piazza.

Il primo funerale di Stato davanti alla Camera, invece, fu nel dicembre del 1999, per la morte di Nilde Iotti, tre volte presidente della Camera. In quel caso parlarono Luciano Violante, proprio Giorgio Napolitano, Walter Veltroni, Livia Turco, Tina Anselmi, Oscar Luigi Scalfaro. Al Quirinale c’era Carlo Azeglio Ciampi. Premier era Massimo D’Alema.

Il secondo giorno della camera ardente

Proprio D’Alema stamattina ha fatto visita alla camera ardente allestita nella sala Nassiriya del Senato. “Una grande personalità, un maestro severo a volte ma anche un uomo capace di slanci affettuosi. Lo abbiamo ricordato insieme ai suoi familiari. Certamente una grandissima personalità che ha rappresentato nella sua forma più alta il senso dello Stato, quell’amore verso la democrazia e il nostro paese. Ha dato un tratto, una caratteristica del comunismo italiano”, ha detto l’ex leader Ds, che poi ha scritto sul libro delle presenze: “Una lunga vita di impegno e battaglie comuni, ciao Giorgio”.

L’omaggio al feretro del presidente emerito della Repubblica, iniziato ieri mattina con la visita di Mattarella e quella a sorpresa di papa Francesco, continuerà fino alle 16. 

Anche il ministro degli Esteri, vicepremier e segretario di Forza Italia Antonio Tajani è arrivato stamattina. “Al Parlamento europeo siamo stati tanti anni insieme. Ci siamo confrontati, c’era grande, comune rispetto. Eravamo su fronti politici differenti ma c’era la condivisione della scelta europeista. Quando è stato rieletto presidente era perché evidentemente era la persona più giusta per superare quello stallo. Sapeva trovare una sintesi, era evidentemente la persona più giusta per superare uno stallo nell’interesse della nazione”, ha detto ai cronisti. E ancora: “È stato un protagonista della politica che ha lasciato un segno. Anche quando si è avversari politici quello che conta è il rispetto e la stima che non è legata alle stesse idee”. Sul libro delle dediche Tajani ha invece scritto: “Tanti anni di impegno comuni al Parlamento europeo sono un ricordo indelebile. Buon viaggio”. 

A rendere omaggio al feretro oggi anche Lorenzo Cesa e Marco Follini, Paola De Micheli, l’ex ministro Fabrizio Barca e il regista Giuseppe Tornatore.

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