Niger, chi è Tiani: il nuovo uomo forte che ha preso in ostaggio Bazoum

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TUNISI – Due persone molto diverse, il presidente del Niger Mohamed Bazoum e il generale Abdourahmane Tiani, che l’ha preso in ostaggio nella residenza ufficiale, diventando il nuovo uomo forte del Paese.

Laureato in filosofia, Bazoum, 63 anni, ex leader del movimento studentesco alla prestigiosa università di Dakar, dove si è laureato, è un intellettuale e un grande tribuno. È (o forse era, se la sua sconfitta politica sarà definitiva) uno dei rari volti di una certa Africa subsahariana progressista. Bazoum proviene dall’estremo Est del Paese, al confine con il Ciad: fa parte della tribù araba degli Ouled Souleymane, originari della Libia, minoritari in Niger ma economicamente molto influenti.

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Tiani, invece, 59 anni, è un militare puro e duro, taciturno, per niente a suo agio con un microfono davanti (lo si è visto venerdì, al suo primo discorso in diretta tv, come presidente della nuova giunta militare). Proviene dall’Ovest del paese, la zona di Filingué, molto arida e isolata, a 200 km a nord-est da Niamey, la capitale. Siamo nella regione di Tillaberi, infestata da infiltrazioni jihadiste (Tiani lo sa bene, perché, grazie alla sua lunga carriera militare, è riuscito a possedere grosse mandrie di bestiame sul posto, che vengono regolarmente saccheggiate dai terroristi). Tiani fa parte degli hausa, importante etnia nera del Sahel.

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Tiani e Bazoum, però, si conoscevano molto bene, eccome. Il primo è capo della guardia presidenziale fin dal 2011, l’anno della sua creazione, voluta fortemente da Mahamadou Issoufou, predecessore di Bazoum e suo mentore politico. Attualmente ha 700 affiliati ed è il corpo militare più efficiente del Niger, grazie anche al pugno duro e alle capacità operative di Tiani. Lui è stato formato in Francia, Marocco e Stati Uniti. È un uomo d’azione, che si è fatto notare combattendo contro i ribelli tebu, ma anche all’estero come responsabile di missioni per l’Onu (pure nel Darfur) e per la Comunità economica degli Stati dell’Africa dell’Ovest (Ecowas). Considerato valoroso e ammirato dai suoi uomini della guardia presidenziale, rappresenta invece un personaggio controverso nell’ambito più generale dell’esercito del Niger, dove in tanti non lo amano per i suoi modi spicci.

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Una cosa è certa: negli ultimi mesi tra di lui e Bazoum il feeling non c’era più. Il presidente voleva sostituirlo e sarebbe questa la prima ragione del golpe, il tentativo di Tiani di restare in sella, che, però, si è innestato su un malcontento popolare per la povertà dilagante nel paese e l’incapacità delle autorità a far fronte alla costante minaccia jihadista (la sfida che Tiani, sono state le sue parole, vuole affrontare di fronte all’”fallimento della politica”). E dire che, comunque, Tiani era riuscito a sventare un tentativo di golpe subito prima dell’investitura di Bazoum, al potere dall’aprile 2021. Ora, invece, è lui il golpista.

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