Noi moderati strappa con Forza Italia: “Avanti da soli alle Europee”

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ROMA – «Andremo da soli e saremo tutti candidati come classe dirigente del partito». Il coordinatore di Noi Moderati, Saverio Romano, annuncia la corsa in solitaria per le prossime elezioni Europee del partito fondato insieme a Maurizio Lupi. Ufficializzando il grande freddo con il segretario di Forza Italia Antonio Tajani: cinque anni fa i due partiti erano andati insieme alle elezioni per l’europarlamento, adesso invece la spaccatura. Ma cosa è successo? «Non avevamo alcuna aspettativa nei confronti di Forza Italia — dice Romano — avevamo detto a Tajani e agli amici forzisti che eravamo, e lo siamo ancora, disponibili a creare in Italia un grande Partito popolare. Loro si sono invece impuntati nel difendere una posizione che è inconciliabile in vista delle Europee: ci hanno, in soldoni, “la lista e questa è se volete facciamo un accordo”». Una proposta ritenuta insufficiente da Lupi e dal partito: «Se il nostro doveva essere solo un contributo come cinque anni fa no, adesso non ci va più bene — continua Romano — siamo cresciuti e abbiamo il diritto di sederci al tavolo con maggiori ambizioni».

Tutti i dirigenti di Noi moderati saranno candidati alle prossime europee, da Lupi a Romano e Giovanni Toti, il governatore ligure che ormai ha fuso il suo movimento con quello fondato dai due ex ministri. «Il nostro obiettivo è arrivare al 4 per cento e dare il nostro contributo al gruppo dei popolari in Europea — dice Romano — abbiamo incontrato il leader dei popolari europei, Max Weber, che continua a incoraggiarci nel costruire un Partito popolare anche in Italia: su questo fronte noi ci siamo e siamo sempre pronti al dialogo non solo con Forza Italia ma anche con altri partiti centristi, come la Democrazia cristiana del mio amico Totò Cuffaro. Una riaggregazione di tutti coloro che si richiamano al partito popolare europeo deve esserci in Italia. È auspicabile una aggregazione anche con chi oggi anima formazioni che derivano dalla democrazia cristiana».

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Il rischio però è quello di pescare tutti nello stesso bacino, non allargando i consensi ma togliendoseli tra loro: «Può capitare inevitabilmente, lo dico come ossimoro. Ma comunque per un partito è fondamentale confrontarsi con il voto e non potevamo restare a guardare».

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