Non torna a casa Kfir Bibas, il bebè con i capelli rossi che è il più piccolo dei prigionieri israeliani a Gaza

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GERUSALEMME – Non torna ancora a casa a casa il piccolo Kfir Bibas. Secondo quanto riportato dalla televisione israeliana Channel 12, il piccolo non sarà rilasciato nemmeno oggi. Quando è stato annunciato l’accordo per la liberazione di bimbi, madri e donne prese in ostaggio da Hamas, tutti si aspettavano che Kfir con il fratellino Ariel e la madre Shiri, sarebbero stati tra i primi a essere restituiti, sia pure senza papà Yarden. Con i suoi dieci mesi Kfir è il più giovane prigioniero nella Striscia, appena un bebè. Il 7 ottobre si trovava con i genitori nella loro casa nel Kibbutz Nahal Oz. Yarden per le prime ore è rimasto in contatto con i familiari. Alle 9:45 l’ultimo messaggio alla sorella: “Sono qui”. Poi il nulla, se non il video di Shiri, Ariel e Kfir ripreso dai terroristi, con la madre che stringe al cuore i due bimbi dalle testine rosso fuoco avvolti in una coperta portata via da uomini armati, diventato un simbolo della tragedia.

Giorno dopo giorno però, i nomi dei Bibas non sono stati inclusi tra quelli dei liberati. Ieri l’annuncio che la famiglia non è nelle mani di Hamas, ma di un’altra fazione palestinese, forse il Fronte Popolare, e dunque il gruppo che controlla la Striscia non saprebbe dove trovarli. La famiglia sarebbe nella zona di Khan Younis, nel sud di Gaza, secondo quanto dichiarato dal portavoce dell’Idf in lingua araba. Channel

“Hamas tiene in prigionia bambini di età inferiore a un anno che non vedono la luce del giorno da più di 50 giorni e li tratta come se fossero bottino di guerra, talvolta consegnandoli ad altre organizzazioni terroristiche nella Striscia di Gaza,” ha scritto su X (in precedenza Twitter) Avichay Adraee. “Un esempio è la famiglia Bibas”. Nella sua conferenza stampa serale, il portavoce dell’Idf Daniel Hagari ha aggiunto che la responsabilità per la vita dei quattro ostaggi ricade comunque su Hamas.

I familiari che da settimane si battono per la liberazione dei genitori e dei bambini nel frattempo passano ore difficili. Nonostante la tregua sia stata prolungata di due giorni per consentire il rilascio di altri due gruppi di ostaggi, non si sa se i Bibas saranno tra coloro che ne beneficeranno.

“Noi, la famiglia di Shiri, Yarden, Kfir e Ariel Bibas stiamo vivendo attualmente grandi momenti di incertezza,” la dichiarazione rilasciata ieri, dopo aver saputo che i loro cari non sarebbero tornati a casa in serata. “Siamo felici per tutte le famiglie che si sono ricongiunti ai loro cari. Noi continuiamo a lottare.”

I Bibas hanno anche cittadinanza argentina oltre che israeliana, e per questo la famiglia ha lanciato un appello al governo di Buenos Aires.

“Abbiamo bisogno del governo argentino, del presidente argentino uscente, Alberto Fernández, che sappiamo è già intervenuto, del presidente eletto, Javier Milei, che proprio adesso si trova negli Stati Uniti, di tutta la famiglia unita degli argentini, per fare pressione sul Qatar ora, adesso, affinché Hamas rilasci i bambini nei prossimi giorni della tregua a cui hanno aderito”, ha detto a La Nacion, Yifat Zailer, cugina di Shiri Bibas.

“Sono 53 giorni che non vediamo né sentiamo la nostra famiglia, Shiri, suo marito Yarden, i due bambini, Ariel, che ha 4 anni, e Kfir, che sta già per compiere 11 mesi”, ha aggiunto Zailer. “Non critichiamo il governo argentino, non siamo arrabbiati con le autorità, sappiamo il presidente ha già parlato, ma chiediamo, per favore, che ci aiutiate a fare pressione affinché Kfir, Ariel, Shiri e gli altri argentini ancora prigionieri a Gaza possano tornare a casa nei prossimi due giorni.”

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