Palermo, evita l’aggressione del marito rifugiandosi nel teatro dove c’è un evento sui femminicidi. Arrestato l’uomo

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“Continuava a rincorrermi urlando che mi avrebbe ammazzato se non gli ridavo il joypad per giocare alla playstation e mimava con il pollice il gesto del tagliarmi la gola” racconta la donna che sabato scorso si è rifugiata nel teatro della Libertà di Vicari in provincia di Palermo per sfuggire alla furia del compagno. La donna sapeva che quella sera c’era una manifestazione contro la violenza di genere organizzata dal Comune e ha scelto di rifugiarsi lì, dove era sicura avrebbe ricevuto aiuto. È entrata in sala, disperata, inseguita dal compagno: “Mi è venuta incontro piangendo, mi ha chiesto di salvarla, si è messa dietro di me – racconta il sindaco Antonio Miceli – Con il comandante della stazione dei carabinieri l’abbiamo protetta dal compagno. Voleva ucciderla”.

La manifestazione stava per concludersi, il teatro era ancora pieno di gente. Il compagno, Massimo Longo disoccupato di 47 anni, non si è fermato, ha provato più volte ad aggredire la compagna fino a quando non è stato bloccato dal comandante e dai militari dell’Arma. La minacciava di morte e per fermarlo ci sono volute tre persone. Sindaco e carabinieri hanno chiamato i medici del presidio di assistenza sanitaria per le prime cure. “Lui la minacciava di morte e lei non riusciva a smettere di tremare – continua il sindaco – Non è stato facile calmarla. Mi ha raccontato le aggressioni fisiche e verbali che subiva da anni, di come quell’uomo all’inizio amorevole e premuroso si era rivelato un violento”.

La coppia convive a Vicari da cinque anni. Lei è nata e cresciuta nel comune palermitano, lui si è trasferito da Catania dove ha lasciato due figli avuti con altre donne. Due anni fa la coppia ha avuto una figlia che lo scorso anno è stata affidata ad una comunità per le condizioni degradate in cui la facevano crescere. Entrambi i genitori non lavorano e fino all’inizio di quest’anno hanno vissuto grazie al reddito di cittadinanza che hanno percepito fino a quando il governo non l’ha sospeso. Senza il sussidio hanno continuato a vivere di espedienti, di piccoli lavoretti abitando in un miniappartamento in affitto. Un alloggio fatiscente, sporco con segni inequivocabili delle precedenti violenze. “Sono una coppia che in Comune conosciamo bene – dice il sindaco – Vivono in condizioni di estremo degrado, per fortuna gli assistenti sociali sono riusciti a salvare il figlio ed evitare di farlo crescere in quell’ambiente di violenza e difficoltà”.

Al termine della serata, dopo le cure dei sanitari, la donna si è convinta a denunciare il compagno per maltrattamenti. Immediato è scattato il protocollo del “codice rosso”. La vittima è stata sentita dai militari e dal sostituto procuratore di Termini Imerese alla presenza di uno psicologo. Longo è stato arrestato dopo la relazione dei carabinieri sull’aggressione al teatro e dopo il racconto della compagna che ha ripercorso nei dettagli tutti gli episodi di violenza subiti negli anni. Ha raccontato agli inquirenti lo strazio per aver perso la custodia del figlio proprio per la violenza del compagno e per non aver avuto il coraggio di denunciarlo. Fino a sabato. “Ora ho capito che solo stando da sola e rimettendo a posto la mia vita – dice la donna – potrò riabbracciare mio figlio”.

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