Perché oro e Bitcoin viaggiano insieme sui massimi

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Benvenuti su Outlook, la newsletter di Repubblica che analizza l’economia, la finanza, i mercati internazionali.

Quello che so sui mercati finanziari e l’economia l’ho imparato lavorando per una delle principali Sim di Piazza Affari, le società che comprano e vendono i titoli in Borsa per i grandi investitori. L’ho portato con me quando sono diventato giornalista di Repubblica dove, tra le altre cose, mi sono occupato di inchieste e grandi scandali come quello di Parmalat, contribuendo a smascherare i suoi bilanci falsi. Ogni mercoledì parleremo di società quotate e no, di personaggi, istituzioni, di scandali e inchieste legate a questo mondo. Se volete scrivermi, la mia mail è [email protected]. Buona lettura

Walter Galbiati, vicedirettore di Repubblica

Uno è considerato il bene rifugio per eccellenza nei periodi di turbolenza dei mercati, l’altro è il simbolo della volatilità e della irrazionalità. Eppure è successo che ieri l’oro e il Bitcoin abbiano toccato insieme il massimo di sempre in dollari. Il metallo giallo ha raggiunto i 2.141 dollari l’oncia, battendo il record di 2.135 dollari stabilito a dicembre. Il Bitcoin ha raggiunto quota 69.200 dollari, polverizzando il precedente record realizzato lo scorso 8 novembre quando aveva raggiunto i 68.999 dollari.

La corsa dell’oro. L’oro ha iniziato il suo rally alla fine del 2022 e si è prolungato per 16 mesi, con un’impennata del 30% partendo dai circa 1.600 dollari l’oncia. Il rialzo è stato interpretato come un posizionamento difensivo a fronte dei rischi legati alle tensioni geopolitiche, aumentate a seguito degli attacchi nel Mar Rosso, e come mossa preventiva in vista di un taglio dei tassi da parte delle Banche centrali.

Il dato dell’indice manifatturiero Usa. A innescare gli acquisti sull’oro è stato, venerdì scorso, l’indice ISM dei responsabili degli acquisti del settore manifatturiero che ha indicato una contrazione dell’attività dell’industria Usa molto più ampia del previsto nel mese di gennaio, attestandosi a 47,8 punti dai 49,1 del mese precedente, risultando anche inferiore alle attese degli analisti che stimavano un aumento fino a 49,5 punti.

L’indicatore, che viene usato per valutare lo stato di salute del comparto manifatturiero è rimasto sotto la soglia chiave di 50 punti, che fa da spartiacque tra espansione e contrazione dell’attività.

Oltre i tripli top. Questo ha catapultato l’oro oltre quelli che il mercato ha definito i suoi precedenti “tripli top” intorno ai 2.070 dollari, quando la pandemia di coronavirus ha colpito gli Stati Uniti nel 2020, la Russia ha invaso l’Ucraina nel 2022 ed è scoppiata la crisi bancaria statunitense nel 2023.

Il taglio dei tassi. Il peggioramento dell’economia apre ora lo spazio alla riduzione del costo del denaro. Sebbene i tempi della svolta della Fed rimangano incerti, le attese dei mercati sono per una probabilità del 64% di un taglio a giugno, una percentuale più alta rispetto al 58% del mese scorso.

L’abbassamento dei costi di finanziamento è considerato positivo per il metallo prezioso perché a differenza dei bond non offre alcun tasso di interesse, per cui con una diminuzione dei rendimenti l’oro torna ad essere un asset di investimento appetibile.

Chi compra oro. Dietro gli acquisti sono comparsi due generi di compratori. Uno più nuovo come i fondi macro, che fino a poco tempo fa non erano attivi sul mercato dell’oro, e uno più tradizionale come le banche nazionali. 1) Gli ultimi dati della Commodity Futures Trading Commission hanno rilevato infatti che gli hedge fund e i money manager hanno incrementato le loro scommesse rialziste sull’oro a partire dal 27 febbraio, un flusso alimentato pure dagli investitori cinesi attivi nel controbilanciare le turbolenze del mercato azionario locale e la crisi del settore immobiliare.

2) Gli istituti centrali, soprattutto dei Paesi emergenti e dell’est, non hanno mai smesso di comprare oro anche quando i tassi sono saliti alle stelle, controbilanciando con l’acquisto di lingotti e monete la fuga dagli Etf sul metallo prezioso in tempi generalmente sfavorevoli come durante i rialzi del costo del denaro e la crescita dei titoli azionari.

La corsa del Bitcoin. L’oro digitale, come viene definito il Bitcoin, ha iniziato il suo rialzo a gennaio 2023 e da allora, quando valeva poco meno di 20mila dollari, ha incassato una crescita del 350%. Da sempre, e soprattutto dopo il fallimento di Ftx, la piattaforma di criptovalute guidata da Sam Bankman-Fried, avvenuta a novembre 2022, il Bitcoin è stato considerato una sorta di bolla speculativa.

Tuttavia l’entusiasmo degli amanti del rischio non è mai venuto meno e ha trovato un appoggio prima, durante tutto il 2023, sui rumors dell’ingresso dei grandi operatori del risparmio gestito nel settore attraverso gli Etf e poi con la conferma delle aspettative quando a gennaio sono stati lanciati sul mercato i primi Etf di operatori come Fidelity e BlackRock, il più grande gestore patrimoniale del mondo.

Il gruppo di investimento CoinShares ha calcolato che dall’11 gennaio, il primo giorno di negoziazione degli Etf, a oggi sono affluiti più di 7,5 miliardi di dollari di capitale nei prodotti con sottostante il Bitcoin contribuendo al rialzo delle quotazioni del 50%. Del resto si tratta di prodotti finanziari che offrono agli investitori la possibilità di ottenere un’esposizione diretta sulla criptovaluta senza i rischi associati agli scambi di criptovalute non regolamentati.

La spinta dell’halving. Un altro fattore che sta attualmente spingendo le quotazioni del Bitcoin è il cosiddetto halving, ovvero il dimezzamento periodico della creazione di nuove monete digitali. Quando i nodi della rete decentrata (i computer che fanno mining) validano una transazione, ricevono in premio delle valute digitali ed è questo il modo in cui le nuove monete vengono “coniate” e immesse nel mercato.

A intervalli programmati però l’entità di questa ricompensa si dimezza, da cui il termine halving. Il risultato è che l’offerta di Bitcoin diminuisce, cosa che in presenza di una forte domanda come quella attuale dovrebbe portare a un aumento del prezzo. L’halving si verifica più o meno ogni quattro anni e il prossimo, secondo le stime, dovrebbe avvenire ad aprile.

Cosa unisce la corsa dell’oro del Bitcoin. Al di là di fattori specifici, l’impressione è che molti investitori, soprattutto quelli fast money, vogliano cogliere il momento favorevole a entrambi gli asset, che sono stati sponsorizzati fino ad oggi come depositi di valore e coperture contro l’inflazione.

Sullo sfondo rimane invece la prospettiva di un taglio dei tassi, favorevoli sempre a entrambi perché anche il Bitcoin, come l’oro non offrendo un rendimento simile a quelli dei bond, con l’abbassamento del costo del denaro, potrebbe tornare a essere un investimento interessante.

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