Premio Nobel per la letteratura 2023 a Jon Fosse

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A Stoccolma l’Accademia svedese ha annunciato il nuovo premio Nobel per la Letteratura 2023: si tratta del norvegese Jon Fosse. Nel 2022 il premio era andato alla scrittrice francese Annie Ernaux. 

La porta dell’Accademia si è aperta e il segretario Mats Malm ha pronunciato in una sala immersa nel silenzio il fatidico nome del vincitore: Jon Fosse. La motivazione: “Per le sue opere teatrali e di prosa innovative che danno voce all’indicibile”. 

Classe 1959, scrittore, poeta e drammaturgo norvegese. Profilo ibrido come piace agli accademici svedesi per i quali la letteratura è un attraversamento largo di territori culturali, non una macchina esclusivamente romanzesca. Fosse è lo scrittore “totale” adatto ai palati esigenti dei giurati svedesi. La sua vittoria evoca quella di un altro genio poco ortodosso, Knut Hamsun incoronato nel 1920. Scorrendo nella lista di premi di Fosse se ne rintraccia uno assegnato dall’Accademia svedese nel 2007. Certo per il Nobel era un’altra era geologica, prima dello scandalo che lo ha travolto nel 2018 e del nuovo assetto attuale. Nuovi giurati, nuovo corso. 

La Norvegia nella sua storia ha vinto tre volte, l’ultima nel 1928 con Sigrid Undset. Quella di Fosse è  la quarta a oltre un secolo di distanza.

L’esordio letterario di Fosse è nel 1983 con Red, Black. Da quel momento Fosse smette di scrivere per il teatro per dedicarsi alla letteratura.

Si deve alla Nave di Teseo la pubblicazione in Italia di recente di un paio di suoi lavori magistrali, Mattino e sera e L’altro nome. Settologia 1-2, opera fiume che prevede sette parti radunate in più volumi per un totale di oltre 1500 pagine.

In Italia possiamo leggere al momento solo le prime due parti della Settologia, tradotte da tradotto in italiano da Margherita Podestà Heir. Protagonista un pittore, Asle, che vive isolato su un fiordo della Norvegia occidentale accontentandosi di un’esistenza frugale e solitaria. Romanzo che procede per flashback, squarci che illuminano la vita di Asle. Una scrittura asciutta, che guarda al teatro, mai un punto, solo virgole. Pare non ci siano punti neanche negli altri volumi della serie. 

La scrittura come forma di preghiera laica, terra che con le parole rincorre il silenzio. Tra i pittori preferiti di Fosse c’è Rothko.

Piccola curiosità: Fosse è un ammiratore dello scrittore australiano Gerhard Murnane, del quale ha tradotto il romanzo The Fields (Le pianure). Che fossero entrambi tra i favoriti a questo Nobel disegna un campo di immaginazione letteraria preciso.

Sarà rimasto male Karl Ove Knausgard che da anni appare e scompare dalla top ten dei papabili. Tra l’altro i due condividono la stessa traduttrice in lingua italiana, Margherita Podestà Heir.

Fosse è considerato un gigante, i suoi lavori sono tradotti in 40 lingue nel mondo. Vive nel Grotten, una residenza del 1823 datagli in affido dal re di Norvegia per i suoi meriti in campo letterario.
 

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