Quanto pesa il voto degli anti-abortisti?

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Gli ultrà conservatori nel mondo lanciano di continuo crociate anti-aborto. Si accaparrano così un cospicuo numero di consensi. Ma la destra italiana preferisce l’escamotage. Stesso obiettivo: portare gli anti-abortisti, i cattolici più integralisti, nelle urne dalla propria parte. Ma senza dare nell’occhio. Dichiarando a parole di non volere cambiare la legge 194, che dal 1978 regola in Italia l’interruzione di gravidanza, però di fatto rendendola impraticabile.

La Stato etico dell’ultradestra

Già sappiamo delle difficoltà, della mancanza di consultori, delle poche informazioni sulla contraccezione – e stiamo parlando di sessualità, argomento evidentemente ancora tabù. Sappiamo poi dell’alto numero di obiettori di coscienza che complica le cose una volta che ci si trovi a scegliere di abortire. Se una decisione drammatica e sofferta come interrompere una gravidanza deve essere alla mercé di associazioni anti-abortiste, allora stiamo perdendo un pezzo di civiltà. Qualsiasi sia il credo, la visione di sacralità della vita, nel rispetto di tutte le sensibilità, possiamo risparmiarci lo Stato etico delle destre estreme?

Il rispetto del corpo delle donne e della loro libertà e autodeterminazione in fatto di maternità, può essere in palio per un voto in più?

Gli anti-abortisti sono contenti e ringraziano la maggioranza amica. Però si può evitare di dire che tutto era già previsto, che la 194 vuole proprio invitare nei consultori i pro-life a dissuadere dall’aborto?

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Raniero La Valle è l’intellettuale cattolico che scrisse materialmente i primi due articoli della 194. Ricostruisce il mandato a cui i primi articoli della legge si ispirano: no alle ideologie, sì a mettersi dalla parte delle donne evitando i rischi dell’aborto illegale. Quando gli si chiede se, nella sua visione, non stia mettendo soprattutto l’accento sulla parte di cultura cattolica che c’è nella legge, risponde: “Direi l’accento sulla cultura che riteniamo umana”.

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