Ragazza violentata in un androne a Torino: “Assalita da uno sconosciuto”

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Violentata in piena notte, da uno sconosciuto, nell’androne di un palazzo nel quartiere San Paolo, a Torino. È mezzanotte e 48 di lunedì, Laura singhiozza sotto la luce fioca di un lampione. Non ha neanche la forza di chiedere aiuto. Piange e basta. Un passante se ne se accorge, si avvicina. Del resto è quasi l’una di notte, c’è una donna sola, 30 anni, che piange disperata alla fermata dell’autobus in corso Racconigi, a poche centinaia di metri da piazza Robilant.

«Cos’hai, posso aiutarti?», le domanda l’uomo. «Lasciami stare, mi hanno ferita — risponde lei tra i singhiozzi — voglio solo andare a casa mia». L’uomo la incalza: «Ma chi ti ha ferita? — domanda con gentilezza — spiegami — insiste — ti hanno molestata, violentata?». Laura non nega e non conferma, è scossa, rifiuta l’aiuto e ripete che spera solo che l’autobus arrivi al più presto, vuole tornare a casa. Il passante non si dà per vinto. Non si fida, non le crede, chiama il numero unico di emergenza 112.

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«C’è una ragazza che piange da sola in corso Racconigi — ripete al telefono ai militari — credo che abbia subito violenza, anche se dice solo che vuole tornare a casa».

Arriva una pattuglia dei carabinieri della stazione di zona, un’ambulanza del 118. I sanitari accudiscono la ragazza, le parlano per cercare di calmarla e poi l’accompagnano all’ospedale Sant’Anna dove viene subito attivato il percorso rosa per donne vittime di violenza.

Al termine delle varie visite ginecologiche e specialistiche vengono riscontrate delle lesioni compatibili con la violenza sessuale. Le parlano anche gli psicologi.

Poi è il tempo di formalizzare la denuncia in caserma. Ai militari specializzati nel trattare le violenze di genere il difficile compito di ascoltare la donna, metterla a proprio agio e aiutarla a ricordare. A descrivere l’accaduto con quanta più precisione possibile.

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Laura è sconvolta, non ricorda i dettagli. Ricorda solo di essere stata aggredita «da uno sconosciuto» nell’androne di un palazzo, a pochissima distanza da una residenza per studenti. I carabinieri, che l’hanno ascoltata per tutto il pomeriggio di ieri, hanno bisogno di dettagli. Lei fa fatica, continua a ripetere di essere stata braccata. Poi ha dei vuoti di memoria. Quasi certamente è una difesa inconscia dal trauma. Probabilmente l suo stato psicofisico non aiuta.

Eppure i referenti medici confermano la violenza. I carabinieri partono da quello, dalla denuncia di Laura, dalla testimonianza dell’uomo che l’ha vista in lacrime alla fermata dell’autobus all’altezza di corso Racconigi 143 e che ha chiamato subito i soccorsi.

«Uno sconosciuto mi ha sbattuta contro un portone e mi ha violentata», ripete la vittima.

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