Regione Puglia, tutti gli impresentabili del presidente. Ma Emiliano: “Ora si sta strumentalizzando”

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A parlare dello smottamento nel suo regno sono i modi in cui lo descrivono i compagni di partito. Lo chiamano ‘Michelone’ e i personaggi coinvolti nelle indagini vengono definiti “compagni di merende”. E il suo è “un metodo che è diventato sistema”. La strategia dell’allargamento a destra o a un indefinito e fluido centro, a volte fatto di impresentabili, è ciò che ha consentito a Michele Emiliano e ai suoi di vincere e stravincere. Ma oggi l’ubriacatura delle vittorie con maggioranze schiaccianti si trasforma nella nausea, nelle vertigini di un terremoto che sta minando l’edificio progressista con tanta fatica costruito in vent’anni.

L’uomo che aveva fatto della legalità la sua religione laica, memoria costantemente evocata di un impegno antimafia vissuto accanto a magistrati come Rosario Livatino, ora si guarda indietro e vede una colonna di scandali. Gli uomini nei quali aveva riposto la sua più totale fiducia, convinto forse che bastasse la sua moralità a garantire per chiunque, ora sono nel girone dei dannati delle cronache giudiziarie. Sandrino Cataldo, il marito di Anita Maurodinoia, arrestato nell’inchiesta di giovedì 4 aprile, lo aveva seguito alla manifestazione ‘Giù le mani da Bari’. Con lui s’incontrava spesso nel bar sotto casa.

Ma avrebbe messo le mani sul fuoco anche su Mario Lerario, il dirigente della Protezione civile arrestato per una mazzetta nella manzetta: è stato condannato per la seconda volta per corruzione, sempre a cinque anni e quattro mesi. “Vedere la scena di uno che ti butta la mazzetta di denaro nella macchina, è una scena… diciamo che… sono stati giorni molto molto duri, tristi, tristissimi”, disse poi il presidente della Regione che gli aveva dato pieni poteri all’indomani dell’arresto.

Poi lo ha rimosso, come ha fatto con Alfredo Borzillo rinviato a giudizio per turbativa d’asta. Elio Sannicandro, altro suo fidatissimo, per il quale è stato chiesto il rinvio a giudizio per corruzione, lo ha dovuto sostituire con un generale della Guardia di finanza, ma perché non poteva tenerlo più lì per via dell’interdizione dai pubblici uffici. Per il suo ex capo di gabinetto Claudio Stefanazzi, condannato a quattro mesi per finanziamento illecito ai partiti per le primarie pd del 2017 (è in attesa dell’appello), si è invece imposto, pretendendo da Enrico Letta, allora segretario, la candidatura alla Camera dei deputati.

Ma nell’elenco nero del governatore c’è anche l’ex assessore Totò Ruggeri, rinviato a giudizio per corruzione. E Gianfranco Grandaliano, condannato a un anno per corruzione. È in corso, invece, il processo per Vitangelo Dattoli, ex direttore generale del Policlinico di Bari e degli ospedali riuniti di Foggia, imputato per turbativa d’asta. Giovanni Migliore è rinviato a giudizio per omicidio colposo per alcuni casi di morti da legionella.

È tornato a destra, invece, Massimo Cassano, artefice della vittoria del 2020, per il quale è stato chiesto rinvio a giudizio per bancarotta. E Angelo e Napoleone Cera sono sotto processo (e già rinviati a giudizio) per induzione indebita a dare o promettere utilità su nomine, assunzioni e appalti pilotati nella Asl di Foggia e nei Consorzi di bonifica. All’inizio era indagato anche lo stesso Emiliano, poi la sua posizione è stata archiviata, così come è stato assolto a Torino dall’accusa di finanziamento illecito ai partiti.

Uno dei Comuni al centro delle indagini è Grumo Appula. Lì alle primarie del 2020 Emiliano aveva toccato un risultato record, sia per affluenza sia per consensi: 1.501 voti, il 97 per cento. Dalle indagini emerge che qualche mese dopo gli elettori erano tutti schedati. E chi andava dai carabinieri a denunciare, come aveva fatto una donna a cui era stato promesso un regalo in denaro, riceveva subito dopo un’inquietante telefonata dall’ex sindaco Michele D’Atri – non indagato in questa inchiesta – che le chiedeva cosa fosse andata a fare in caserma.

Emiliano reagisce adesso invocando la presunzione di innocenza: “A coloro che stanno già strumentalizzando questa vicenda dico che, così come sono garantisti con un ministro, dovrebbero esserlo con chiunque altro”. E aggiunge: “Da sempre affermo che il voto di scambio è un atto illegale e intollerabile. Il rispetto delle leggi è un presupposto imprescindibile per tutti e ancor di più per chi intende fare politica. Questo ho detto e praticato nella mia vita e chiunque lavori al mio fianco ne è testimone. Ogni volta che in questi anni sono venuto a conoscenza di notizie di reato ho provveduto a segnalare tutto in Procura. E ho sempre invitato tutti a fare la stessa cosa”.

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