“Ricordo solo che è crollato tutto”. Le prime parole del sopravvissuto. La storia della squadra travolta nel cantiere di Firenze

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“Non mi ricordo niente, solo che è crollato tutto”. Parla a stento, nel suo letto dell’ospedale di Careggi uno dei tre operai feriti nel crollo del cantiere Esselunga in via Mariti a Firenze, cittadino romeno. Poche parole, di un uomo sotto shock che ancora non si capacita di quello che è successo. Le sue iniziali sono C.S ed ha 51 anni. In mattinata è arrivato suo figlio, che ha 24 anni ed giunto a Firenze con la moglie. “E’ cosciente – ha raccontato il giovane – Abita in Italia in modo stabile da quattro anni, prima ha fatto la spola con la Romania”.

I tre feriti a Careggi

La squadra che stava lavorando in quel punto dell’enorme cantiere era composta da otto operai. In tre sono finiti a Careggi e sono tutti lavoratori romeni. Oltre a C.S., gli altri due feriti sono C.G. di 48 anni e D.T. di 37. Il primo ha problemi ortopedici, gli altri due hanno lesioni anche alla colonna, in particolare uno alle vertebre cervicali che hanno richiesto un intervento chirurgico.

I deceduti e i dispersi

I morti al momento sarebbero tre. Tra di loro un sessantenne originario di Teramo, Luigi Coclite, che viveva a Collesalvetti, in provincia di Livorno. Sarebbe stato l’unico italiano del gruppo di operai.

Ci sono poi due dispersi, anche se un corpo senza vita sarebbe stato visto tra le macerie. Le speranza di trovare vivi gli altri due lavoratori che mancano all’appello sono molto ridotte. Non si riescono a trovare. Non li hanno individuati i cani da ricerca dei vigili del fuoco e nemmeno i droni utilizzati per rilevare i dispersi. Oltretutto i soccorritori ritengono pericoloso spostare i pezzi di cemento, perché smuovendo il si potrebbero danneggiare persone eventualmente ancora vive. Quindi si ipotizza di sbriciolare le macerie.

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