Salone del libro di Torino 2022, Amélie Nothomb ad Arena Robinson: “Un libro per dire addio a mio padre”

Pubblicità
Pubblicità

Tutto su suo padre, Amélie Nothomb racconta ad Arena Robinson Primo Sangue (Voland), il romanzo che ha scritto per affrontare la morte del padre scegliendo di dargli la parola, candidato al Premio Strega europeo: è il padre il narratore della sua stessa storia che la scrittrice, amatissima in Italia, ha buttato giù sei mesi dopo la sua scomparsa per emergere dal dolore.

“Il libro è un grande un atto d’amore: lui è morto durante il lockdown e non sono potuta andare ai suoi funerali. Avevo bisogno di resuscitarlo e quindi gli ho dato la voce”.

Nothomb racconta la sfida di trovare la giusta distanza, che spesso nei suoi romanzi passa per l’ironia: “Per scrivere devi determinare la tua distanza dal soggetto che vuoi raccontare – dice – se sei troppo vicino non riesci a vedere bene, se sei troppo lontano è tutto troppo freddo”.

Il padre parlava poco, “perché credeva nella responsabilità delle parole. Io cerco di utilizzare la forza del linguaggio con i miei libri” dice la scrittrice che parla il giapponese. “Parlare un’altra lingua ti dà la consapevolezza della tua”. Ad Anna Lombardi racconta la sua esperienza in Giappone, quando si è ritrovata anche a fare la guardiana dei wc per uomini.

Nel libro si parla pure di guerra: “Qualunque artista è in grado di intercettare quello che accade intorno”. E ad Arena Robinson  Nothomb racconta la sua passione per le sacre scritture: “Da bambina Gesù è diventato il mio super eroe”.

Nothomb, autrice prolifica, questo è il suo trentesimo romanzo, racconta della sua routine quotidiana: “Scrivo ogni giorno dalle 4 alle 8 del mattino. Un solo giorno non l’ho fatto, una domenica mattina del 2017: avevo deciso di fare la persona normale, di non scrivere. È stata una giornata terribile: mai più. Se non scrivo divento una persona orribile”. La scrittrice è una appassionata lettrice: “Per venire a Torino mi sono messa a leggere Natalia Ginzburg”. Il libro del cuore? “Lettere a un giovane poeta di Rilke: tutti dovremmo leggerlo”. 

Pubblicità

Pubblicità

Go to Source

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *