Serie A, via allo sprint: un treno per l’Europa lungo 9 giornate

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Comincia sabato con cinque partite la giornata di Serie A numero 30, che si esaurirà a Pasquetta con le altre cinque gare. È l’ultimo tratto del torneo, una volata lunga nove turni — quasi un quarto dell’intero percorso — con lo scudetto dell’Inter che non è più un se, ma un quando. La classifica finale definirà le partecipanti alle prossime coppe, un traguardo amministrativo che per il suo peso è anche sportivo: siamo in un anno di riforme, tra queste la concreta possibilità che in Champions ci sia un posto in più, e dunque anche arrivare quinti vale. Va poi assegnata la coppa Italia, e vanno seguite le quattro sopravvissute in Europa nella fase più eccitante del cammino. È un finale che in molti casi dirimerà le scelte future. Ecco la situazione delle 11 candidate alle coppe.

Inter, lo scudetto n.20 può arrivare nel derby

All’orizzonte c’è la grande festa per la seconda stella, e l’opportunità di coglierla nel derby del 22 aprile darà l’ultima spinta a una squadra la cui stagione agonistica si è virtualmente chiusa a Madrid. Lo scudetto, oltre tutto così “rotondo”, rende luminosa l’annata, ma qualche rimpianto la Champions l’ha lasciato perché l’Inter valeva il podio, e anche a livello di bilancio incassi e premi Uefa sarebbero stati graditi. Detto che in bacheca c’è già la Supercoppa, e che il caso Acerbi ha provocato un malessere superiore a quanto si è percepito all’esterno, di qui a giugno l’attenzione va in società alla risoluzione del prestito Oaktree. Lunedì con l’Empoli parte l’ultima caccia.

Milan, sul mercato obiettivo centravanti

L’Europa League è un traguardo che vale quanto valgono le altre candidate: le altre italiane, il Liverpool e il Bayer, dunque molto. Col posto Champions ormai consolidato Pioli concentrerà lì le sue forze, con due eccezioni per i “classici” con Inter e Juve. Il Milan ha passato periodi terribili come quello in cui aveva perso l’intera difesa, il che rende positivo il bilancio e credibile la conferma del tecnico. Un successo nel derby, in questo senso, varrebbe più del secondo posto. L’obiettivo sul mercato sarà un centravanti, perché l’onorato servizio di Giroud è agli sgoccioli. Quel che è certo — ma non semplice, visti i soldi che girano — è che la riserva del prossimo 9 dovrà essere Camarda.

Juventus, il futuro sarà Soulé

La coppa Italia è il pegno che potrebbe riavvicinare la visione di Allegri, fiero di un posto Champions che malgrado la crisi rimane vicino, e quella di noi critici, che pur senza pretendere lo scudetto immaginavamo uno sfruttamento migliore delle settimane senza coppe (la Juve invece ha gli stessi punti dell’anno scorso). Sul destino del tecnico è in corso un raffinato gioco di maschere, con notizie fatte filtrare dalla sua cerchia alle quali il club risponde nello stesso modo. La certezza è che Allegri quest’anno ha allenato senza mercato — né in estate né in gennaio — ha recuperato Vlahovic, ha fatto intravedere Yildiz, non ha rilanciato Chiesa. Chiunque sia il tecnico del futuro, l’idea di sacrificare lo juventino dell’anno, Matias Soulé, va esorcizzata. Tornando al presente, il doppio match con la Lazio in arrivo riveste già un’importanza capitale.

Massimiliano Allegri

Bologna, 3 vittorie per la Champions

Il sogno della Champions passa per le prossime tre partite: se fa 9 punti contro Salernitana, Frosinone e Monza il Bologna sale a quota 63, ultimo campo base per la scalata finale a 70 che dovrebbe valere la qualificazione. In caso di calo ci sono due coppe ancora più palpabili, ma è inutile prendersi in giro: si pensa solo al torneo nobile, ed è giusto così vista la magnifica stagione. Fra l’altro, mentre il mercato descrive Motta, Zirkzee, Ferguson e Calafiori con la valigia in mano, in caso di Champions Saputo non dispera di convincere l’intero gruppo a restare un altro anno. Giocarsela a Bologna avrebbe molto più gusto.

Roma, la conferma di De Rossi atto dovuto

La conferma di De Rossi con un contratto pluriennale è un atto dovuto non più appeso al raggiungimento di un traguardo, che sia il posto Champions (se saranno cinque la Roma è quasi dentro, se saranno quattro lotterà fino alla fine) o l’Europa League. Il modo in cui De Rossi ha rivoltato la squadra è sbalorditivo, considerato chi c’era prima (non a caso molto parco di parole malgrado un esonero bruciante), e mischia in modo fin qui perfetto lo studio tattico al calore dell’appartenenza: quel che era in campo Daniele è adesso in panchina, facile sintesi. Il che significa che c’è ancora molto da conquistare — la chiave sarà la serie Bologna-Napoli-Juve-Atalanta — ma non il futuro. Quello è scritto.

Atalanta, Gasperini merita un trofeo

Si dice sempre che il ciclo atalantino di Gian Piero Gasperini — siamo all’ottava stagione — meriti un trofeo per mettere in bacheca qualcosa di tangibile, che ricordi per sempre l’età d’oro del club bergamasco. Nei prossimi due mesi ci si riprova, e se l’accoppiamento europeo col Liverpool è bello ma crudele, più accessibile pare il duello con la Fiorentina in coppa Italia. Resta poi una zona Champions ancora possibile, che Koopmeiners inseguirà come regalo d’addio e Scamacca come estrema chance per convincere Spalletti. Domani a Napoli si chiude il ciclo terribile, poi l’Atalanta godrà del miglior calendario di tutti.

Napoli, Calzona deve agganciare l’Europa League

Ha 45 punti, con i 27 ancora disponibili salirebbe a 72, certamente quota Champions. Il problema è che una squadra mai capace quest’anno di vincere tre partite di fila dovrebbe fare un filotto di nove gare. Poco realistico, anche se Calzona ha riattivato almeno una parte del potenziale disperso, e gli scontri diretti residui sono in programma al Maradona. È più credibile l’aggancio all’Europa League, e questo segmento finale va usato come istruttoria per l’imminente rifondazione. Se sta bene spazio a Ngonge, unico frutto interessante dei rovinosi mercati stagionali.

Fiorentina attesa alla reazione dopo la tragedia di Barone

La tragedia di Joe Barone ha caricato un’ulteriore responsabilità sulle spalle dei viola, quella di dedicare un trofeo alla memoria del dirigente scomparso. È un tipo di motivazione che già in passato, dopo la morte di Astori, la Fiorentina assecondò con forza e dignità. Vincenzo Italiano, che quasi certamente chiuderà a giugno la sua esperienza qui, ha riportato la squadra alle fasi decisive di Conference e coppa Italia: le premesse quindi ci sono, ora tocca ai giocatori.

Lazio, con Tudor guarda già avanti

La scelta di Tudor non si limita a parare il colpo delle dimissioni di Sarri ma disegna già un futuro certo, che inizia nei prossimi giorni col doppio scontro con la Juve. La coppa Italia è un obiettivo più concreto di un posto Champions ormai distante. Seguirà un’estate di rivolgimenti, perché il partente Immobile è stato un totem nella storia della Lazio, ed è un bene che il nuovo timoniere sia già in plancia.

Monza, stagione del dopo-Berlusconi da incorniciare

La stagione del dopo-Berlusconi poteva essere una grave incognita, invece l’opera combinata di Galliani in tribuna e Palladino in panchina ha prodotto un campionato da incorniciare. Col Torino è uno spareggio per inseguire l’ultimo lembo d’Europa. Impensabile la scorsa estate.

Torino, Zapata ora si fa sentire

Nella storia della Serie A non era mai successo che l’undicesima in classifica dopo 29 turni avesse passato la fettuccia dei 40 punti. È la prova di un equilibrio verso l’alto, e dell’aggancio del Toro alla fascia borghese del campionato. Le squadre di Juric segnano poco e subiscono anche meno, ma col progredire del calendario Zapata sta facendo sentire il suo peso. Col Monza spareggio da vincere, perché poi il calendario peggiora.

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