“Spiegateci cosa fate”. Ispettori del governo nel polo d’eccellenza per chi cambia sesso

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Quello dell’ospedale di Careggi, a Firenze, è uno dei centri più importanti d’Italia per l’assistenza alla disforia di genere, cioè la condizione di chi sente che il suo sesso biologico non corrisponde alla sua identità. L’anno scorso ha trattato 26 giovani con la triptorelina, il farmaco che sospende la pubertà in attesa di decidere se procedere con il cambio di sesso, e a tantissimi altri ha dato assistenza psicologica, psichiatrica, endocrinologica e così va. Il centro però è finito nel mirino del centrodestra, dove ora, addirittura, ci si contende il titolo di chi lo ha attaccato per primo.

“Nessun intento punitivo”

Ieri gli ispettori del ministro della Salute Orazio Schillaci sono andati nel policlinico toscano per un audit che durerà anche oggi. Secondo Mara Campitiello, capa della segreteria tecnica del ministero, la missione «non ha intento punitivo, bensì vuole conoscere sul campo i percorsi messi in atto». Campitiello tiene a specificare che il ministero, controllato da Fratelli d’Italia, si è mosso prima di Forza Italia, che in autunno con Maurizio Gasparri ha presentato un’interrogazione. Precedentemente, spiega Campitiello, «avevamo già chiesto al Comitato nazionale di bioetica, che 5 anni fa si è pronunciato sull’uso della triptorelina, di rivalutare l’approccio all’uso del farmaco. È stata inoltre chiesta all’Aifa una nuova valutazione su questo farmaco. Contestualmente, il ministero ha chiesto alle Regioni di dire quanti casi stanno trattando per avere un quadro più chiaro». Pare proprio che si vogliano cambiare le linee guida per l’assistenza alla disforia di genere, a partire dall’ispezione in un centro che è considerato un punto di riferimento.

Accertamenti su psicologi e farmaci

Sono due i punti sui quali Careggi viene attaccato. Al Centro regionale per l’incongruenza di genere si contesta — e lo fa anche Gasparri — di non prevedere adeguata assistenza psicologica e psichiatrica per i pazienti. Altro tema è l’uso della triptorelina, che secondo il senatore Fi «può dar luogo anche a situazioni complesse da gestire sotto il profilo sanitario e psicologico». Già l’11 gennaio scorso, Careggi ha inviato al ministero una relazione in cui sottolinea che l’assistenza psicologica e psichiatrica è assicurata a tutti i pazienti. Sia quando vengono selezionati sul territorio, sia quando una piccola parte di loro arriva in ospedale, dove in media fanno sei sedute ciascuno. Quanto al medicinale, Aifa lo ha inserito da tempo nell’elenco di quelli utilizzabili off label, cioè al di fuori delle indicazioni scritte sul bugiardino (è nato per curare problemi alla prostata). Ogni volta che viene usato (appunto 26 nel 2023 e 18 nel 2022) vengono compilate le schede previste da Aifa e segnalati eventuali problemi ed eventi avversi. Per ora non ne sono stati visti di importanti.

La stretta del governo e il no delle associazioni

Ma al di là delle contestazioni, sembra chiaro che la destra al governo voglia modificare l’assistenza a chi arriva a cambiare sesso, come dimostra la decisione di far esprimere di nuovo il Comitato nazionale di bioetica (che ha un ruolo solo consultivo) e soprattutto l’Aifa. Da tempo si discute di come muoversi. Tra gli elementi scatenanti c’è stata una lettera inviata un anno fa alla presidenza del Consiglio dalla Società psicoanalitica italiana. Nel testo si esprimeva «grande preoccupazione per l’uso di farmaci finalizzati a produrre un arresto dello sviluppo puberale in ragazzi di entrambi i sessi cui è stata diagnosticata una “disforia di genere”, cioè il non riconoscersi nel proprio sesso biologico». Il testo è stato respinto da varie società scientifiche, come quelle di Genere e identità sessuale (Sigs), di Endocrinologia (Sie), di Pediatria (Sip), di Endocrinologia e diabetologia pediatrica (Siedp), di Andrologia e medicina della sessualità (Siams), di Neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza (Sinpia) e dall’Osservatorio nazionale sull’identità di genere (Onig). Un fuoco di fila importante, che però non ha fermato il governo. Il ministero della Salute, anzi, ha costituito un gruppo di lavoro per discutere di disforia di genere e ha invitato una trentina di società scientifiche. Dopo l’interrogazione di Forza Italia c’è stata un’accelerazione: a fine anno è stata chiesta la relazione a Careggi e — malgrado le risposte dell’ospedale toscano — si è deciso di avviare l’audit.

La Toscana: “Tuteliamo le famiglie”

Ieri Gasparri gongolava, come Erica Marchetti, parlamentare toscana di Forza Italia. Simone Bezzini, assessore regionale alla Salute, rispondeva così: «Il centro di Careggi è riconosciuto come un’eccellenza a livello nazionale ed europeo. Le attività e i percorsi assistenziali sono svolti applicando la normativa vigente, le raccomandazioni scientifiche nazionali e internazionali nonché, per il trattamento farmacologico, la determina Aifa. Ci auguriamo che questa vicenda non venga strumentalizzata dal punto di vista politico. Tutelare ragazzi e ragazze e famiglie è la nostra principale preoccupazione».

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