Storie di mafia, la memoria e la resistenza

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Care lettrici e cari lettori, con “Storie di mafia” la redazione di Repubblica crea uno spazio multimediale di notizie, approfondimenti e memoria su uno dei temi che più segnano la vita del nostro Paese: la criminalità organizzata e la sfida per sconfiggerla da parte dello Stato e dei cittadini.

Dalle inchieste del pool di Palermo e dal maxi processo, passando per il racconto sulla Nuova Camorra e sulla stagione delle stragi, fino alle inchieste sulle infiltrazioni della criminalità organizzata nell’economia del Paese: l’attenzione al fenomeno delle mafie è stata sempre centrale nel racconto di Repubblica. Uno tra i suoi tratti identitari. 

“Storie di mafia” mette così a disposizione della comunità dei lettori i nostri contenuti frutto di decenni di lavoro e di un aggiornamento costante: articoli, commenti e interviste, podcast, longform e video. Per ragioni storiche questo racconto ha le radici nel Mezzogiorno d’Italia, ma l’obiettivo è di dar conto della geografia della criminalità organizzata in tutta l’Italia. In questo senso, la presenza di Repubblica sull’intero territorio nazionale è un valore aggiunto così come lo è l’enorme patrimonio archivistico del nostro giornale.

Quella che trovate sul nostro sito è dunque la fotografia di un’inchiesta permanente sulle mafie. Il modo migliore per sottolineare quanto il giornalismo di Repubblica sia connaturato alla difesa dei diritti di ogni singolo individuo, senza eccezioni.

“Storie di mafia” debutta con un articolo di Alessia Candito su Giuseppe Scopelliti, alias Peppe Dj, ex sindaco di Reggio Calabria. Conquista la città con una campagna elettorale dove il tema dell’antimafia è uno dei punti chiave. Ma si scoprirà che è proprio questa la strategia dei clan: utilizzare la patina della lotta alla criminalità per nascondere il disegno di mantenere le mani sulla città.

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Il secondo servizio inaugura una serie, l’alfabeto delle mafie, realizzata da Isaia Sales. Online, da oggi, i nostri lettori trovano “A come Antimafia”.

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Segue una storia che esce dal nostro archivio, il più ricco ed esteso su questo argomento nel panorama della stampa italiana. Partiamo con una delle pietre miliari di Repubblica: l’intervista realizzata, nel 1992, da Eugenio Scalfari e Giuseppe d’Avanzo a Tommaso Buscetta, uno dei primi pentiti di mafia. La chiave di volta utilizzata dal giudice Giovanni Falcone e dal pool di Palermo per istituire il maxi processo.

“Storie di mafia” dedicherà uno spazio a “chi resiste”. Primo passo, Giuseppe Baldassarro che da Bologna racconta l’impegno di un gruppo di ragazzi nel mappare le infiltrazioni della criminalità organizzata in Emilia e nel nord. È la cartina di tornasole dei tanti cittadini che, con coraggio straordinario, non accettano e non hanno mai accettato il silenzio di fronte ai crimini orrendi delle mafie.

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C’è anche uno spazio dedicato alle Cronache dalle città: vi segnaleremo le storie maggiori che le nostre redazioni locali dedicano al tema delle mafie. Lucio Luca ha realizzato una guida ragionata ai 15 libri fondamentali pubblicati in Italia per comprendere la mafia. Da Leonardo Sciascia in giù.

Nella nuova pagina del sito i lettori trovano anche una video-inchiesta: Tik Boss, come la mafia diventa social.

Infine, la foto. Un’immagine – recente o storica – sarà commentata da una delle nostre firme. Partiamo con Dario Del Porto che in dieci righe ci racconta della rimozione del busto di ES17 – il baby boss Emanuele Sibillo – da una cappella votiva di Napoli.

Inizia così una nuova sfida di Repubblica sul fronte dell’informazione digitale, della valorizzazione della memoria e del contributo alla comprensione di una delle più profonde ferite del Paese. Contiamo sulla vostra lettura, partecipazione ed anche su vostri consigli e segnalazioni per continuare sempre a migliorare il nostro lavoro.
Buona lettura.

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