Sud fiction, da Lolita Lobosco a Imma Tataranni vi raccontiamo la terra promessa delle serie tv: il libro gratis in edicola il 23 marzo

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Da terra desolata a oasi delle fiction il passo non è stato breve. Ci sono volute buone gambe e tante determinazione, ma la Puglia ce l’ha fatta, anche per merito del tacco esagerato che indossa Lolita Lobosco muovendosi per Bari, e come lei Imma Tataranni che scala i Sassi di Matera.

“Sud Fiction – Fenoglio, Lobosco e Tataranni: la terra promessa della tv” è il libro che Repubblica Bari regala il 23 marzo ai lettori (con l’acquisto del giornale in edicola), dodicesimo titolo della collana Barisienne curata dal caporedattore Domenico Castellaneta con il coordinamento di Antonio Di Giacomo: mette un punto sul fenomeno che negli ultimi anni si è fatto sempre più evidente, e che vede la Puglia – e pure la vicina Basilicata – spesso scenario di serie che vanno in onda in televisione e sulle piattaforme, con ottimi riscontri di pubblico.

E con exploit considerevoli come nel caso de “Le indagini di Lolita Lobosco” e “Imma Tataranni – Sostituto procuratore”, veri fiori all’occhiello del palinsesto Rai. Non è capitato per caso o all’improvviso, dietro c’è un duro lavoro fatto di visioni e tentativi, di caparbietà e lungimiranza. È la prova che “la cultura dà da mangiare e da bere – ha detto Castellaneta alla presentazione del libro in anteprima al teatro Margherita di Bari, nell’ambito del Bif&st – Le operazioni culturali, anche quelle sostenute da privati, hanno importanti ricadute, non solo economiche: lasciano qualcosa al territorio”.

La Puglia ne è prova, con quella sua allure che tanto piace ai turisti, e sicuramente le fiction hanno contribuito a darne un’immagine irresistibile. Ne hanno messo in evidenza l’identità, “importante sotto il profilo culturale oltre che di marketing”, ha aggiunto Castellaneta. Una regione bella e possibile, oggi. Eppure, a guardarsi dietro di qualche anno, era tutto il contrario. Quanto accaduto nel mondo dell’audiovisivo è emblematico: “La Puglia aveva ospitato pochissimi film, c’erano registi come Alessandro Piva, Sergio Rubini e Nico Cirasola che facevano un cinema autarchico, ma nessuno se ne accorgeva – ha precisato Silvio Maselli, già direttore di Apulia Film Commission e ora al lavoro con la sua casa di produzione Fidelio – Avemmo l’intuizione di creare un sistema organico, che poi ha prodotto un movimento”. È Apulia Film Commission, per l’appunto, la macchina che ha fatto sapere – a chi la Puglia non l’aveva mai vista – che al Sud c’era una terra fertile, perfetta per il cinema, e che non vedeva l’ora di farsi conoscere.

“Un’avventura straordinaria – ha ricordato Antonella Gaeta, giornalista di Repubblica Bari, sceneggiatrice e già presidente di Afc – Prima non c’era niente di organizzato, era difficile dire dove era la Puglia, andavamo in giro presentandola come “the heel of Italy”, il tacco d’Italia”. È cambiato tutto nel giro di poco più di quindici anni, Antonio Parente che è l’attuale direttore di Apulia Film Commission ha esplicitato che ora “la Puglia è abituata a ricevere produzioni di vario genere, è un modello per le competenze tecniche”. È un territorio che ha imparato a guardare avanti, senza mai dimenticare da dove viene. E non teme di apparire vanitoso, quando celebra il successo televisivo: “Il cinema in questa regione è e deve essere un’industria – ha quindi commentato Maurizio Sciarra, regista che è stato presidente di Afc dal 2015 al 2019 – le ricadute turistiche sono fantastiche, ma non deve venire meno l’industria”. A fargli eco Felice Laudadio, direttore del Bif&st che al libro “Sud Fiction” ha preso parte con un’analisi storica di quelle che oggi si chiamano serie tv, e che un tempo erano gli sceneggiati: “Il binomio Vendola-Godelli ha fatto della Puglia l’oasi culturale d’Italia, il resto è rendita”. Una rendita meravigliosa, che si nutre di quanto di buono fatto finora, e che pensa già al futuro. “Lolita non mi ha cambiato – ha precisato Gabriella Genisi, la scrittrice dai cui romanzi è stata tratta la fortunatissima serie tv Rai – Sono felice del suo successo, raccoglie consensi in Italia e all’estero, e di recente ho firmato per la traduzione dei libri in arabo. Arriveranno in Egitto, un Paese dove la figura femminile è in secondo piano, ed è merito della fiction”. Le immagini, e le parole che spesso le spiegano e le anticipano, sono il vero motore di cambiamento. E quindi, per capire quel motore che mette in fermento la Puglia, o anche solo per mettersi ad ascoltare il suo suono, un libro come “Sud Fiction” può essere un ottimo strumento.

A renderlo possibile gli scritti dei già citati Maselli e Laudadio, un racconto pensato ad hoc da Gabriella Genisi e un altro di Mariolina Venezia sulla sua Imma Tataranni, i contributi delle giornaliste di Repubblica Gilda Camero, Antonella Gaeta e Anna Puricella, l’intervento di Anna Maria Tosto (presidente AFC) e dello studioso di cinema Luca Bandirali, di Carlotta Susca e della scrittrice Alessandra Minervini, di Vito Santoro e Claudia Attimonelli, dello sceneggiatore Salvatore De Mola (al lavoro su Imma Tataranni dopo aver scritto anche per il commissario Montalbano), di Angela Bianca Saponari. Ciascuno si prende un pezzo di Puglia da fiction da sviscerare, che sia un luogo o un personaggio, Fenoglio o lo scrittore che gli ha dato vita (Gianrico Carofiglio), Lolita o il commissario Ricciardi; un dato incontrovertibile, un’attrice da intervistare (nel volume sono presenti le interviste a Luisa Ranieri e Vanessa Scalera, che interpretano rispettivamente Lolita Lobosco e Imma Tataranni), il ricordo di un set impossibile che poi è diventato realtà. Un libro da gustare, capitolo dopo capitolo, come si fa con le puntate delle serie tv.

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