Tour de France, Pogacar vince sui Pirenei a Peyragudes: ma Vingegaard non molla un metro e resta in giallo

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Un dualismo al limite della perfezione che ogni giorno si arricchisce di un nuovo capitolo. A Peyragudes vince Pogacar dopo un giornata breve ma esplosiva: 129,7 km, micidiali gli 75, zeppi di passi pirenaici:  Col d’Aspin, Hourquette d’Ancizan, Col de Val Louron-Azet e la rampa finale gli ultimi 250 a pendenze da ribaltamento. Vince Pogacar, ma Vingegaard è sempre più saldo in maglia gialla. Il danese resta attaccato alla ruota del rivale con disarmante disinvoltura – per lo sloveno, si intende – proprio in un giorno che poteva creargli seri problemi.

<<La cronaca della 17a tappa>>

Pogacar, che perde un altro elemento (Majka ha salutato il Tour), trova imprevedibilmente un luogotenemte eccezionale come Brandon McNulty: l’americano fa una corsa impensabile, sempre in testa nelle ultime due salite proprio mentre un altro americano che va per la maggiore – Sepp Kuss – per una volta non riesce a stare al fianco di Vingegaard come fatto nei giorni scorsi. Mentre Geraint Thomas – sempre più vicino al podio di Parigi – e tutti gli altri perdono inesorabilmente contatto, in testa di crea una sorta di 2 contro 1. McNulty a fare l’andatura, Pogacar pronto per scattare: uno scatto che però non ci sarà mai. Vingegaard è perfetto, anche psicologicamente: si mette davanti al grande rivale, se ne frega del rischio tattico di farsi infilare. Anzi, dà anche la sensazione di poter attaccare lui. Alla fine è una volata senza respiro al 16% di pendenza: vince Pogacar, rosicchia alla maglia gialla 4” di abbuono. Oggettivamente pochi. Ma saranno tanti per il morale? Forse. L’ardua sentenza a giovedì all’arrivo di Hautacam.

 

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