La resistenza impossibile dell’Isola dei Serpenti. L’Ucraina celebra i suoi 13 soldati eroi schiacciati dai russi

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LO SPECIALE GUERRA IN UCRAINA

Le tredici guardie di frontiera dell’Isola dei Serpenti che mandano “affanculo” la nave da guerra russa con l’artigliera puntata addosso. Il geniere Vitaliy che da solo va a far saltare un ponte strategico, e partendo dà l’addio ai compagni. L’Ucraina comincia a celebrare i suoi eroi, militari caduti in scontri a forze impari, i cui ultimi momenti sono documentati sui social media, a volte dalle stesse vittime.

La resistenza impossibile dell’Isola dei Serpenti (Zmiinyi in ucraino) è già diventata la prima piccola epopea dell’aggressione all’Ucraina. Tredici soldati di guardia a questo lembo di territorio nel mar Nero, poche centinaia di metri di prati e un faro a 45 chilometri dalla costa della Romania, strategico per le vie marittime verso Odessa e verso i Balcani. Un avamposto che ha sempre avuto la sua importanza (se l’erano già contesa russi e turchi a fine Settecento in quella che prese il nome di battaglia di Fidonisi), tanto che nell’agosto scorso il presidente ucraino Volodymyr Zelenskiy era venuto sull’isola a garantire: “Come il resto del nostro territorio, questa è terra ucraina, e la difenderemo con tutte le nostre forze”.

Intorno alle 5 del pomeriggio di giovedì 24 febbraio, primo giorno di attacco russo all’Ucraina, le guardie di frontiera di stanza sull’isola danno il primo allarme: l’incrociatore Movska e il pattugliatore Vasily Bykov sono davanti alle coste. Lo scambio tra i soldati ucraini e i russi sarebbe contenuto in un audio pubblicato dal sito ucraino Ukrayinska Pravda: “Gettate le armi e arrendetevi, evitate un massacro”, dicono dalla nave. Una voce di uomo, in ucraino: “Ma vaffa…”. Una voce di donna ripete la stessa cosa. Poi l’uomo prende il microfono: “Nave russa, vaffanculo”. Una frase che sui siti e nei canali social ucraini, e non solo, sta già diventando il grido di battaglia contro l’aggressione russa.

Alle nove di sera, i contatti con l’avamposto in mezzo al mare vengono interrotti. Subito dopo, le autorità ucraine comunicano che l’isola è caduta in mano russa, dopo un bombardamento dall’aria e dal mare. Tutti e tredici i soldati ucraini sono stati uccisi. Le immagini del primo attacco escono dall’account Instagram di una delle vittime, Vlad Zadorin, 23 anni.  Poco più di un boato e un urlo. 

Zelenskiy ha confermato la caduta degli uomini e donne a guardia di Zmiinyi in un messaggio su Telegram: “Tutti i difensori dell’Isola dei serpenti sono morti, ma non si sono arresi”. E ha annunciato che gli verrà conferita l’onorificenza di “eroi dell’Ucraina”.

Eroe solitario sta diventando anche il giovanissimo geniere ucraino Vitaliy Volodymyrovich Skakun. Di fronte all’avanzata dei mezzi pesanti russi in Crimea, il ponte camionabile sul lago Henichesk rischiava di diventare un cruciale anello di congiunzione tra truppe di terra e marina russa. La decisione di farlo saltare è arrivata alle otto di sera. A quanto dicono le autorità militari ucraine, il soldato Skaku si è offerto volontario ed è partito in auto. Ha comunicato via radio di aver compiuto la missione, ma di non riuscire a far detonare a distanza gli esplosivi, e che lo avrebbe fatto manualmente. Subito dopo si è udita l’esplosione. Non è riuscito a tornare indietro. L’esercito gli conferirà un’onorificenza, promette il comando generale su Facebook e la viceministra degli Esteri Emine Dzheppar ne celebra l’”impresa eroica” a “eterna memoria”.

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