Annunziata: “Vogliono fare della Rai l’Istituto Luce di un premier eletto in modo diretto”

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“Nel bel mezzo dell’accelerazione della storia, la destra rappresenta il passato, mentre sono in corso la trasformazione digitale e climatica, il corso della storia va contro la destra e a imporsi saranno le nuove idee. Ogni volta che la storia accelera è spietata perché sconfigge e lascia ai margini chi vuole vivere nel passato. Repubblica delle Idee  fotografa e il presente e lascia alle spalle il passato compreso quello di Giorgia Meloni”. Così Maurizio Molinari, direttore di Repubblica, ha tirato le fila dell’incontro “Primo anno di Giorgia Meloni: l’eccezione italiana”, con Concita De Gregorio, Lucia Annunziata e Agnese Pini, direttrici di importanti testate.

“Credo in due elementi di differenza di Giorgia Meloni e del suo partito rispetto alla politica europea – ha spiegato Molinari –  le radici dell’Europa di oggi sono nella lotta al nazifascismo, che è la base della nostra identità, il punto è che lei su questo tema non c’è, non parla, questo è un elemento di rottura della tradizione europea. Il secondo è l’orizzonte. I partiti socialisti, popolari e liberali, vogliono un’Europa più forte degli Stati, lei in realtà ogni volta si esprime in maniera scettica ela sua posizione sul Mes lo conferma, così noi ora siamo a Bruxelles in una posizione in cui l’Italia non è mai stata”.

Per Agnese Pini “è l’ambiguità che rischia di isolare l’Italia, Paese che si trova sua ll’orlo di una crisi gravissima”, mentre Concita De Gregorio ha messo l’accento sul campo  dell’opposizione che adesso deve essere ricostruito. “Giorgia Meloni non è una novità, fa politica da decenni, è l’unica erede di una tradizione politica del ‘900, il Msi, lei è la più vecchia dei politici sulla scena, la sua tradizione è quella del partito fascista, non credo che cambierà, credo sia esattamente la persona che i suoi elettori volevano votare – ha detto De Gregorio  – La destra fa la destra, ma ora ci vuole un altro patto tra i cittadini e le parti politiche antagoniste di questa destra brutta, bisogna costruire un nuovo tessuto sociale e politico che possa diventare un’opposizione credibile. Solo il sapere ci può aiutare, dobbiamo far rifiorire un terreno, come quando un campo viene lasciato a maggese. Io mi auguro che ci sia un’idea di sinistra più accoglient e meno astiosa, perché anche a causa di questo clima l’elettorato non è andato a votare, con le conseuenze che poi sappiamo”. 

Per Lucia Annunziata, la vicenda della Rai è paradigmatica. “La democrazia è fatta di pesi e di contrappesi, di istituzioni che difendono anche il cittadino dallo Stato, la trasfromazione di questo Paese è istituzionalmente permessa e fino a che punto? Perché dovrei essere a favore del ridimensionamento della Corte dei Conti? Io sono scandalizzata dal fatto che la premier nello stesso mese ha proposto il premierato e la riforma della Rai, perché quello che si punta a fare è l’Istituto Luce di un premier eletto in modo diretto”.  Per la giornalista che ha lasciato la Rai, il problema di questo Governo è che “vuole riscrivere i rapporti sociali a favore della propria base elettorale, riscrivendo la relazione tra differenti basi sociali. E questa è una cosa molto pericolosa”.

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