Argentina, Javier Milei eletto presidente: “Oggi è un giorno storico, inizia la ricostruzione del Paese”. Il messaggio Trump: “Sono orgoglioso di te”

Pubblicità
Pubblicità

Buenos Aires — L’Argentina ha scelto ieri di fare un salto verso l’ignoto. In piena crisi economica, e con l’inflazione oltre il 142%, il Paese ha deciso di affidarsi alla guida dell’anarco-capitalista Javier Milei, economista di 53 anni, outsider della politica, che ha avuto una parabola tanto inedita quanto sorprendente. Con la totalità dei voti scrutinati, si è imposto su Sergio Massa con il 56% dei voti contro il 44%. Javier, “el loco”, il pazzo eccentrico dagli occhi di ghiaccio e la gestualità istrionica sarà presidente. Con lui, vicepresidente sarà Victoria Villaruel: per la prima volta dalla fine della dittatura 40 anni fa, la figlia orgogliosa di militari complici del regime di Videla avrà un ruolo chiave alla guida del Paese.

A dare la notizia è stato Sergio Massa, che con un’iniziativa insolita è uscito a parlare prima che uscissero anche i primi risultati parziali. «È stata una campagna lunga, e a tratti difficile. La giornata di oggi ratifica una cosa: che l’Argentina ha un sistema forte, solido, che rispetta sempre i risultati. Ovviamente non sono quelli che aspettavamo. Ma mi sono felicitato con Milei che è il presidente che gli argentini hanno scelto per i prossimi quattro anni». Poi ha annunciato: «Oggi per me termina una tappa politica. È il momento di un ricambio generazionale».

Javier Milei è salito sul palco alle 10 di sera, le 02 in Italia. “Oggi è un giorno storico. Oggi inizia la ricostruzione dell’Argentina. Oggi inizia la fine del declino dell’Argentina. Oggi finisce il modello impoverente dello Stato onnipresente, che beneficia solo alcuni mentre la maggioranza soffre”, ha esordito.

“Voglio essere chiaro, la situazione dell’Argentina è drammatica. Abbiamo problemi strutturali, l’inflazione, lo stagnamento economico, l’indigenza, l’insicurezza”, ha detto. “Non ci inventeremo nulla. Faremo le cose che la storia insegna che funzionano. Le stesse ricette che hanno funzionato altrove, come per esempio in anni recenti in Irlanda. Torneremo ad essere una grande potenza mondiale”, ha aggiunto. E non posso concludere in altro modo: “Viva la libertad carajo”.

Si è poi spostato fuori dall’hotel per ricevere un bagno di folla. Sul palco accanto a luioltre a Villaruel, sono salite anche la soralla Karina, detta “el jefe”, il capo, e Fatima Florez, la sua compagna. “Voglio dirvi una cosa. Abbiamo la determinazione per rimettere in piedi l’Argentina e andare avanti. E domani al lavoro!”.

Nel quartier generale di Milei

Il quartier generale di La Libertad Avanza, nella calle Cordoba, era presidiato da tutto il giorno da pattuglie di polizia. Una squadra di artificieri con i cani ha perlustrato incessantemente il palazzo fino al ventesimo piano, dove Milei aspettava. Una grande folla, dominata da giovani maschi, si è radunata a partire dalle 18 all’incrocio tra Cordoba e Maipú, cantando “Ha paura, la casta ha paura”.

Gli exit poll sono proibiti in Argentina. Però i partiti hanno accesso a sondaggi realizzati fuori dalle urne e ieri già dalle 18 i volti erano entusiasti. Leandro Vila, instancabile addetto stampa di Milei, sussurrava ai giornalisti che i punti di vantaggio erano 6, subito dopo la chiusura delle urne. Ramiro Marra, “il mastino” della formazione, non riusciva a contenere abbracci di entusiasmo all’arrivo al “bunker”. La stessa Villaruel è uscita a ricevere un bagno di folla quando ancora non c’era alcun risultato ufficiale. Diana Mondino, futura ministra degli Esteri, intanto si intratteneva con la stampa.

Argentina al bivio

Argentina al bivio

Quella di ieri è stata una votazione storica, celebrata a 40 anni dal ritorno della democrazia nel Paese dopo la dittatura militare. 35 milioni di argentini sono stati chiamati alle urne. L’affluenza è stata del 76%. Si trattava di decidere se dare continuità al peronismo o svoltare drasticamente verso un nuovo esperimento politico. Alcuni analisti si sono spinti a dire che si tratta di un voto tra democrazie a autocrazia.

Ai seggi

Nel seggio di avenida Dorrego 3832, nel quartiere di Palermo, le impressioni raccolte indicavano chiaramente che si è trattato di un voto “contro” l’uno o l’altro candidato, più che “a favore”. «Ho votato Massa tappandomi il naso», ha detto Valentina, 21 anni, look dark, residente in zona. «Il voto è segreto ma ti possiamo confessare di aver votato Javier Milei. Ci fanno più paura il governo attuale e Sergio Massa che il rischio della novità», hanno assicurato invece Maria e Josefina, due anziane a braccetto. «Ho 66 anni e con poche interruzioni ho vissuto tutta la vita sotto governi peronisti. Per me e per i miei figli, questa è l’occasione del cambiamento. E se Dio vuole, Milei non farà nulla di folle», dice Maite, 66 anni professoressa di francese.

Tra gli episodi più controversi della giornata c’è stato il voto di Victoria Villaruel, che ha dedicato la sua campagna a sdoganare il negazionismo. «È la prima volta che la figlia di un militare può arrivare al governo, non capisco che cosa vogliono, loro hanno avuto figli di terroristi al governo per anni», ha detto reagendo a una contestazione di famigliari di vittime della dittatura.

Il primo a congratularsi è stato Santiago Abascal, leader di Vox, l’ultra destra spagnola. “Congratulazioni caro Javier Milei per la tua grande vittoria nelle elezioni presidenziali argentine. Oggi si apre un cammino di futuro e di speranza per gli argentini e per tutta l’America Latina che celebriamo in Spagna con particolare gioia”.

E poi sono arrivati i complimenti di Trump: “Sono molto orgoglioso di te. Cambierai completamente il tuo Paese e renderai l’Argentina di nuovo grande”, ha scritto in un messaggio prima della pubblicazione dei risultati ufficiali.

Ma anche il messaggio del vicino-rivale Ignacio Lula da Silva non si è fatto attendere. Ha scritto:”buona fortuna e successo al nuovo governo argentino” in un messaggio sui suoi social network in cui ha riconosciuto che “la democrazia è la voce del popolo. L’Argentina è un grande Paese e merita tutto il nostro rispetto”.

Pubblicità

Pubblicità

Go to Source

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *