“Aspetto un’eredità, non posso pagare. Chiamate l’ambasciata svedese”. L’ultima truffa ai ristoranti vip di Roma

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Antipasto, primo e contorno, tre calici di vino. Anche il dolce prima del colpo di scena: un mail stampata in inglese dove si menziona un’eredità di 450 mila euro contesa. “Se avete dubbi contattate la mia ambasciata”. È così che una 50enne svedese, Sofia Maria Larsson, avrebbe truffato “Tiz cucina e sofà” di viale del Vignola.

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La donna sarebbe entrata come una normale cliente e dopo aver consumato una sostanziosa cena, invece di saldare il conto, ha esibito il protocollo misterioso, accompagnandolo alla lettera il suo passaporto. L’inganno, una rivisitazione della classica truffa alla nigeriana, in cui si adescano vittime online chiedendo soldi per sbloccare patrimoni incredibili, ha colto di sorpresa la ristoratrice Tiziana Dazzi, che ha deciso di denunciare il caso sul gruppo Facebook del quartiere per evitare che altri colleghi fossero ingannati.

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“Volevo avvisare i ristoratori del quartiere che ieri una tale Sofia Maria Larrson è entrata nel mio ristorante — scrive l’imprenditrice —. Ha consumato una cena completa e, al momento di pagare il conto, ha presentato un foglio in cui sostanzialmente dice di non poter saldare e di contattare l’ambasciata svedese. Ho provveduto a fotografare foglio e documento, provvederò a fare denuncia ma intanto sconsiglio i colleghi del quartiere di farla accomodare”.

Di più. “Se mi avesse chiesto aiuto prima di sedersi le avrei offerto volentieri un piatto di pasta ma le modalità mi fanno purtroppo pensare ad una truffatrice”.

Il sospetto è diventato praticamente realtà dopo che a commentare il post della donna sono stati altri ristoratori. Locali noti, famosi, con portate e prezzi non proprio da osteria di quartiere. Come Marzapane. La truffatrice “è passata anche da noi — spiega il titolare, Mario Sansone — ho chiamato i carabinieri e siamo andati in commissariato a fare denuncia. Aveva a suo carico altre 20 denunce per lo stesso motivo”. Ma “purtroppo nessuno ci tutela e la svedese continua a mangiare e bere senza pagare”. Tra gli altri locali dove è andata per mangiare a sbafo c’è Perilli, trattoria romana aperta dal 1979.

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