Avondet: “Ora vado in Donbass, dietro la strage a Mosca c’è Kiev”

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Una rete di centinaia di profili fake partita poche ore dopo l’attentato ha rilanciato la pista ucraina per il massacro del Crocus. La campagna, ha scritto ieri Repubblica potrebbe avere fra i protagonisti Amedeo Avondet, il 23enne giornalista torinese con un passato in FdI, cui si attribuisce lo scoop della testata Il Corrispondente, sull’identità del cadavere del disertore russo che si era consegnato agli ucraini ucciso in Spagna.

Avondet, cosa sa degli account falsi?

«Vorrei risponderle ma non ne so proprio nulla. Non ho alcuna di queste competenze, so usare solo Word Press. Le bot farm sono utilizzate da tutti, non solo dalla Russia ed è davvero difficile localizzarne la provenienza. Credo che la promozione dell’articolo in maniera così maldestra non giovi né al sito né alla Russia, un’idiozia. Anche tutte le mie fonti mi hanno confermato la totale estraneità della Russia».

“Il Corrispondente” lo ha creato lei?

«Non l’ho creato io, ci collaboro, così come scrivo su molti media e giornali. Dal Corrispondente non prendo soldi, da altri sì. Sono sempre pronto a dire la mia ovunque. Non sono neppure un dipendente di questo progetto corale. Ribadisco che non ho scritto io l’articolo sul pilota in Spagna. È mio invece quello sulla pista ucraina e sono assolutamente certo di quello che dico. Sono stato in Fratelli d’Italia ma Giorgia Meloni mi ha deluso per le sue posizioni. Il mio progetto politico si chiama Italia Unita».

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Chi commissiona la sua campagna?

«Non sto facendo nessuna campagna, è la tesi del governo e delle forze di sicurezza. Se pensate che in Russia esista una rete o una organizzazione, vi dico che non è così. Le informazioni privilegiate le prendo di prima persona grazie alla mia carriera politica. Sulla pista ucraina ci sono tutte le prove, sono state fornite dall’Fsb e dalla polizia di Mosca. Prima delle quali è che le ambasciate ucraine reclutano mercenari all’estero. E c’è l’arresto a meno di 100 chilometri dal confine ucraino».

Lei viaggia spesso da Mosca al Donbass, conferma?

«La prossima settimana ci andrò come corrispondente di guerra embedded assieme alla Brigata Forze Speciali “Lupo” del ministero della Difesa Russo».

Unico straniero?

«Sì, sono l’unico, con me ci saranno colleghi della stampa russa».

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