Trump: “La guerra di Gaza? È colpa di Biden. Ora però Israele porti a termine il lavoro”

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NEW YORK – «La guerra di Gaza? Colpa di Biden: è stupido, non può parlare, da 50 anni porta avanti una politica estera orribile. Anche i suoi colleghi lo considerano debole è inefficace». È un’intervista senza esclusione di colpi quella che l’ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha concesso in esclusiva al tabloid Israel Hayom, distribuito gratuitamente in tutto Israele. Dove torna a sostenere che con lui alla Casa Bianca “Hamas non avrebbe mai compiuto quell’attacco”. E anche che gli ebrei che non lo sostengono “Odiano Israele”. Dicendo anche di sostenere l’attacco all’interno della Striscia: “Avrei risposto in modo simile, il 7 ottobre è stato uno degli eventi più tristi cui abbia mai assistito”. Ma anche che è ora di porre fine ai combattimenti: “Dobbiamo arrivare alla pace non possiamo permettere che prosegua tutto questo una delle cose più tristi che abbia mai visto. Israele deve stare attento, perché sta perdendo sostegno in gran parte del mondo. Deve portare a termine il lavoro presto e raggiungere la pace».

Le affermazioni del leader repubblicano, anticipate online dal quotidiano arrivano proprio mentre le Nazioni Unite approvavano una nuova risoluzione per il cessate il fuoco passata grazie al sostegno esterno degli Stati Uniti che si sono astenuti. Una scelta che ha fatto infuriare il premier israeliano Benjamin Netanyahu che ha già affermato di voler annullare il viaggio della delegazione israeliana a Washington, guidata dal ministro degli Affari strategici Ron Dermer e dal consigliere per la sicurezza nazionale Tzachi Hanegbi. Mentre domani è prevista pure la visita a Washington del ministro della Difesa Gallant.

L’intervista, in realtà, è stata fatta lo scorso fine settimana a Mar-a-Lago, nella biblioteca della residenza del tycoon a Palm Beach, in Florida. E si concentra principalmente sulla guerra, la gestione di questa da parte di Biden e i passi che secondo Trump andrebbero compiuti: «Israele ha commesso un errore» dice dunque il candidato repubblicano: «Le immagini che arrivano da Gaza sono terribili, danno una cattiva immagine. Avrei voluto chiamare Israele e dire “non fatelo”. Mostrarsi forti è una cosa, ma non riuscire a portare a termine il lavoro subito non dà idea di forza». Ma la richiesta di nuove elezioni nel Paese avanzata dal leader della maggioranza dem al Senato Chuck Schumer – il politico ebreo con la carica istituzionale più alta – non gli è piaciuta: «Una cosa terribile da fare, mostra una grande divisione negli Stati Uniti. Un tempo nessun politico si sarebbe permesso di parlare contro Israele, la lobby ebraica era fortissima. Ora invece sono tanti a parlarne male. Gente al Congresso come Alexandria Ocasio-Cortez e Rashida Tlaib odiano Israele e il popolo ebraico. Ecco perché Israele deve migliorare la propria immagine in questo momento». Trump ha anche attaccato duramente Biden per il modo in cui ha trattato Israele. «È sua la colpa dell’attacco del 7 ottobre: perché Hamas non lo rispetta». Concludendo di essere un grande sostenitore dello stato ebraico: «Mi dicono che se mi presentassi lì otterrei il 98 per cento dei consensi. Non sono ebreo ma sono amico di Israele. Più di molti ebrei democratici che gli lottano contro».

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