Barcellona, la sorpresa di Pasqua per i vacanzieri è un allarme siccità che scoprono in aeroporto. E che il turismo locale minimizza come può

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Vacanze pasquali – e prepasquali – con sorpresa per i numerosissimi turisti che si affacciano a Barcellona, una delle mete preferite dagli europei – e in particolare dagli italiani – ora come in ogni periodo dell’anno. Già all’arrivo in aeroporto, o per chi fosse arrivato con i propri mezzi, in corrispondenza della Sagrada Familia e degli altri monumenti o luoghi cult della capitale catalana, non è possibile non notare l’imponente dispiego di pannelli digitali, dove, su sfondo rigorosamente rosso, inteso come sinonimo di allarme, è scritto “Allarme siccità. Durante la tua permanenza, risparmia acqua”.

Chi in questo 2024 avesse pensato di anticipare le sue vacanze mediterranee dall’estate alla Pasqua, oltretutto bassa, e quindi, statisticamente relativamente fresca, per evitare il peggio delle estati sempre più torride e afose, trova o sta per trovare una sorpresa che poi è l’ennesimo rovescio della stessa medaglia, il cambiamento climatico. L’intensificazione del fenomeno, che nell’area mediterranea è più marcato rispetto alla media globale, per quella peculiarità locale che sta portando alla graduale scomparsa dell’anticiclone delle Azzorre, e al suo rimpiazzo da parte delle alte pressioni africane, che prima non esistevano o erano una rarità, ha tra le sue conseguenze il crescente fenomeno delle prolungate siccità nell’area. Quella che ha colpito la città di Gaudí e la sua regione è la più grave mai registrata nell’area.

Bacini idrici al 15 per cento e limitazioni

I livelli dei bacini idrici sono solo al 15% della loro capacità, il che spinge a limitare l’uso dell’acqua da parte dei residenti, dei visitatori, dell’agricoltura e dell’industria. Tra le restrizioni, la chiusura delle docce in spiaggia, mentre le piscine non possono essere riempite con l’acqua del rubinetto.

L’amministrazione locale è stretta tra due fuochi. Da un lato c’è l’ovvia necessità di spingere i turisti a comportarsi in modo responsabile; dall’altro però c’è la necessità di non distoglierli dalla visita, nella regione che è la più visitata dagli stranieri della Spagna, e dove il turismo vale il 14,5 per cento dell’economia.

Tra l’emergenza e la paura di perdere il turismo

“Il messaggio dell’agenzia del turismo catalana a alberghi e campeggi è un invito a mantenere la calma: i vacanzieri possono apprezzare la loro permanenza come sempre”, racconta all’agenzia britannica Reuters David Marcort, consigliere regionale della Catalogna con la delega all’ambiente.

Sin da febbraio, l’associazione degli albergatori di Barcellona aveva lanciato un monito, in cui sottolineava che la città non avrebbe potuto sostenere, in particolare all’estero, la sua immagine di destinazione top, mostrando le sue piscine vuote. La loro pressione sul governo ha evitato il divieto totale di riempire le piscine, in favore dell’uso di acqua desalinizzata.

“I turisti non sono spaventati dalla siccità e non ne hanno conoscenza (prima di arrivare) – ha spiegato il direttore dell’associazione, Manel Casais -. Se non ci prendiamo cura dei possibili effetti negativi delle restrizioni idriche sull’immagine di Barcellona, la città potrà soffrirne. Ma per ora non abbiamo notizia di effetti negativi: i turisti continuano ad arrivare”.

I turisti: “Non sapevamo, cercheremo di adeguarci”

I turisti incrociati da Reuters al cospetto della Sagrada Familia hanno confermato di non aver avuto idea della siccità prima di aver visto le lavagne luminose. “Sicuramente, possiamo usare meno acqua, se messi a conoscenza della situazione”, ha detto un turista finnico.

Secondo un recente studio della stessa associazione degli hotel, gli alberghi della metropoli catalana hanno dimezzato il loro consumo idrico dal 2016. Al momento, nei soli 5 stelle il consumo medio per persona – 242 litri – sarebbe superiore ai 200 litri pro capite massimi imposti ai residenti. Le strutture dell’ospitalità consumano il 9 per cento dell’acqua usata a Barcellona.

Si rinnova la polemica anti-overtourism

La crisi idrica e l’abbondante uso che ne fanno i turisti e le strutture dell’ospitalità stanno già innescando l’ennesimo moto di protesta contro il turismo di massa da parte della popolazione residente. Muniti di cartelli con la scritte “Chiudiamo il rubinetto al turismo” o “Fiumi e falde acquifere senz’acqua, piscine degli hotel piene”, gli ambientalisti hanno protestato mercoledì all’agenzia del turismo di Barcellona, ??chiedendo ulteriori restrizioni per il settore.

“Con la situazione che viviamo, è indecente che la preoccupazione sia quella di (evitare) di inviare un’immagine di allarme ai turisti quando il vero problema che abbiamo è che il nostro territorio si sta prosciugando”, ha detto il manifestante Josep Sabate.

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