Basilicata, il centrosinistra si ricompatta: tra Pd e M5s verso intesa su Piero Marrese. L’ira di Calenda: “Schifato e deluso”

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Grande confusione ancora in Basilicata all’interno del campo largo. Dopo la rinuncia di Domenico Lacerenza, l’oculista voluto da M5S e Pd per tentare di tenere insieme la coalizione dei progressisti, non c’è ancora unità intorno a un nome unificante. Angelo Chiorazzo, fondatore del movimento civico-cattolico Basilicata Casa Comune, ha rotto gli indugi e si è proposto, forte dell’appoggio di una buona fetta di esponenti Dem – tra i quali l’ex governatore Filippo Bubbico – e di numerosi amministratori e segretari di circolo.

Ma è una scelta che non tiene conto del veto posto su di lui dal Movimento 5Stelle: solo ieri, a Napoli, Giuseppe Conte, aveva motivato la contrarietà con la necessità di “prevenire eventuali conflitti di interesse”, dal momento che Chiorazzo ha fondato la Auxilium, cooperativa non profit ora gestita dal fratello, che ha contratto anche con la Regione. E il Pd, su impulso della segreteria nazionale, insiste sull’asse con i pentastellati, al cui interno, però, cresce la voglia di andare da soli, sostenendo per esempio una grillina della prima ora come la ricercatrice Alessia Araneo. Stamattina il Pd e gli altri partner del centrosinistra si sono riuniti e hanno proposto ancora un altro candidato che forse potrebbe tenere insieme la coalizione, il presidente della Provincia di Matera Piero Marrese.

Con lui ci sarebbero il Pd – al netto dei dissidenti che sono già con Chiorazzo – i 5Stelle e l’Alleanza Verdi Sinistra, al cui interno però si distingue la posizione dell’assessore ecologista del Comune di Matera Giuseppe Digilio, che si è pubblicamente espresso a favore dell’imprenditore del non profit. Nel mezzo c’è la posizione di Azione, che oggi pomeriggio si riunirà per definire il da farsi.

Stamattina a Potenza il leader nazionale Carlo Calenda, pur tornando a deprecare la linea Schlein-Conte – “uno spettacolo vergognoso” – e pur denunciando le difficoltà di contatto con Schlein – “non mi risponde al telefono” – ha lasciato aperte di fatto tutte le strade. Ha espresso nuovamente apprezzamento per il presidente della Regione Vito Bardi, di Forza Italia, che ha definito “una brava persona, colta, liberale ed europeista”.

Ha detto però anche di voler tentare fino all’ ultimo, “per responsabilità”, la strada dell’accordo con gli altri partner dell’opposizione al governo nazionale e regionale. E di Chiorazzo, al quale il suo referente locale, l’ex governatore Marcello Pittella, aveva lanciato aperture di credito dopo mesi di ostilità, ha mostrato disponibilità ma ha aggiunto: “Lui aspetta l’appoggio del Pd che, invece, ha un altro candidato”. Al leader nazionale si rivolge con un appello il verde Digilio: “Faccio appello alla sua sensibilità perché lasci perdere ripicche e creda a un progetto definitivo e unitario. Se hanno tolto il veto su Chiorazzo, si potrebbe immaginare un percorso insieme, coinvolgendo il mondo laico cattolico di Chiorazzo per ambire a un buon risultato e guardare con responsabilità alla Basilicata, aggredita in questi anni dalle politiche del centrodestra, che hanno fatto toccare punti bassissimi in sanità, nelle attività produttive e nella tutela dell’ambiente”.

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