Biglietti Colosseo, Sgarbi contro Sangiuliano: “Serve inchiesta giudiziaria ma io potrei risolvere tutto”

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È tutti contro tutti al Colosseo. Dopo gli attacchi del Comune per la gestione dei biglietti al Ministero della Cultura, che controlla il sito tramite il Parco Archeologico, adesso è Vittorio Sgarbi, sottosegretario alla Cultura, a prendersela con Gennaro Sangiuliano, ministro della Cultura.

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Lo fa in diretta a Le Iene nella puntata di martedì 21 novembre. «Porterò l’inchiesta alla magistratura. L’idea che qualcuno sia ostaggio di un bagarino che gli vende il biglietto moltiplicato è inaccettabile – dice Sgarbi – e si configura come un reato. Sono stato scelto da un presidente del Consiglio, però non ho dipendenza da nessuno».

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Sgarbi spiega in diretta i motivi dell’astio nei confronti di Sangiuliano. «Il mio rapporto con lui è di antica amicizia che però in questo momento non è particolarmente attiva, per cui io credo che gli parlerò intorno al 30 di febbraio. Non esiste? Allora non credo che gli parlerò di questo tema, più che altro farei una denuncia all’autorità giudiziaria. Non ci parliamo paradossalmente per un titolo di un quotidiano che si chiama l’Adige e diceva “l’antitrust, indaga sulle conferenze di Sgarbi”. Non era mai capitato che ci fosse un’indagine sulle conferenze. Sono cose aperte, libere. Questo mi mette nelle condizioni di non parlare con chi crede che la conferenza sia un reato. Lo stesso impegno Sangiuliano dovrebbe metterlo nel trovare l’aspetto criminale della biglietteria. Io gli suggerirei – si legge nella nota stampa diramata da Le Iene – di avere la stessa determinazione per risolvere un reato evidente. A me basta la vostra inchiesta giornalistica che è trasparente, e che non è anonima».

Sgarbi, che accusa il Ministro di aver fatto partire la segnalazione sulle sue conferenze, si propone anche come possibile delegato per risolvere il caso dei biglietti del Colosseo: «Il funzionamento del sottosegretario è legato a delle deleghe, io ne ho varie, se tu me ne dai una per affrontare la questione della biglietteria, io la affronto. Se me la affida io lo risolvo, se non me la affidano… non è che vado a mettermi in mezzo a cose che non mi riguardano. Credo che il Ministro abbia pensato di trovare una soluzione che fosse risolutiva e poi non lo è stata, quindi ha imbarazzo. La vicenda deve passare da un’inchiesta giornalistica a un’inchiesta giudiziaria, cioè a qualcosa che ha a che fare con l’obbligo da parte di chi è titolare dei dati di consegnarli. A voi non sono obbligati a consegnarli, ma all’autorità di polizia sì. Non è concepibile che ci sia una mancanza di trasparenza. Il problema è che si può trovare una soluzione per cui la gestione della biglietteria va in carico al museo direttamente. E quindi – chiosa Sgarbi – c’è un ufficio e una struttura del museo che si occupano della biglietteria. Limiterei assolutamente la figura del concessionario».

Il Parco Archeologico del Colosseo in una nota di risposta ufficiale chiarisce la propria posizione: «L’ennesimo servizio del programma ‘Le Iene’, in onda questa sera ma anticipato in mattinata a mezzo stampa, arreca un grave danno all’immagine del Colosseo, monumento simbolo della Nazione, meta ogni giorno di migliaia di turisti da tutto il mondo. Contrariamente a quanto risulta dal resoconto della trasmissione, si fa notare che i biglietti del Colosseo, ormai nominativi, sono ampiamente disponibili fino al prossimo mese in tutte le tipologie previste, come verificabile dal sito ufficiale. Tutte le criticità riscontrate nelle ultime settimane sono state affrontate e oggetto di continua collaborazione con le Forze dell’Ordine. Peraltro, come già ampiamente comunicato, il Parco archeologico del Colosseo ha stipulato il contratto con il nuovo gestore della biglietteria che non agirà più in qualità di concessionario ma dipenderà in tutto e per tutto dal Parco stesso con un appalto di servizi».

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