Bollette gas, dopo l’aumento di gennaio conviene restare sul mercato tutelato o lasciarlo?

Pubblicità
Pubblicità

Dopo l’aumento della tariffa comunicato da Arera la scorsa settimana, un aumento del 6,5% a valere su gennaio, conviene ancora rimanere nel servizio di tutela del gas? Da gennaio in questo regime sono rimasti solo i consumatori definiti “vulnerabili”, quindi tutti gli over 75, chi già percepisce il bonus sociale, più diverse altre “nicchie” di utenti che abbiamo elencato alcune settimane fa.

Bollette della luce, assegnati i clienti per la fine della tutela: Enel ed Hera prendono sette aree

Lo scorso 2 febbraio Arera ha reso noto il costo dell’energia in tutela, che secondo i calcoli di Unione nazionale consumatori è aumentato del 6,9% su dicembre 2023 ed è da attribuire interamente al ritorno degli oneri di sistema e alla fine dell’Iva agevolata al 5%, che ora è tornata al 10% per i primi 480 metri cubi e al 22% per la parte restante.

I vulnerabili, lo ricordiamo, possono passare al mercato libero in qualsiasi momento, così come tornare in tutela quando vogliono. Vale la pena, quindi, fare due calcoli per capire se è il caso di fare “il grande salto”. Abbiamo utilizzato il Portale offerte, simulando la situazione di un utente attualmente in tutela con consumo annuo di 1100 metri cubi, nel tentativo di intercettare eventuali offerte pensate proprio per questo tipo di utenti.

Bollette luce, come funzionano le tutele graduali della luce e cosa succede a chi non sceglie

Quanto costa l’energia

Prima di leggere i risultati è utile spiegare su cosa si basa il confronto. A prescindere dal mercato in cui ci si trova, le voci in bolletta che si possono confrontare, per capire la convenienza di un’offerta, sono:

  • Spesa per la materia energia. Dipende dal consumo e si esprime in euro/Smc (standard metro cubo) e purtroppo non sempre viene esplicitata in bolletta dagli operatori.
  • Quota fissa. È una sorta di canone che si paga ogni mese, slegato dai consumi.

Il mercato tutelato è a prezzo variabile. Significa che il costo dell’energia cambia mensilmente in base all’andamento di un indice chiamato Psv, la cui media è calcolata alla fine di ogni mese. Lo stesso calcolo vale anche per il mercato libero a prezzo variabile. L’unica differenza è che alcuni gestori sul libero ancorano il prezzo a un altro indice, chiamato Psbil, che comunque si discosta di pochissimo dal Psv.

A quanto ammontano, a gennaio, queste voci nel servizio di tutela della vulnerabilità? Lo spiega con dovizia di particolari l’Arera:

  • La materia energia costa 44,3 centesimi/Smc. Ancora più nel dettaglio: 33 centesimi sono la media dell’indice Psv a gennaio, più altri 4 centesimi di Componente a copertura dei rischi di approvvigionamento (uno “spread” che si applica in tutela ma non nel mercato libero), più altri 6,55 centesimi di commercializzazione della vendita al dettaglio. Quest’ultima voce, spiega Redi Vyshka, co-fondatore di Switcho, si chiama Qvd ed “è presente anche nel mercato libero dove, in genere, è più alta, soprattutto sul prezzo fisso”.
  • La quota fissa, invece, è di 63 euro all’anno. Vale a dire 5,25 euro al mese.

Il confronto

Dalle ricerche condotte sul portale offerte emerge un fatto, peraltro già noto da tempo: alcune tariffe a prezzo variabile (poche) sono più convenienti della tutela, mentre il prezzo fisso è sempre più caro.

Iniziamo dal confronto sul prezzo variabile:

Abbiamo riportato solo le prime tre offerte, ma di fatto sono le uniche tre più convenienti della tutela e solo di pochi euro. A fare la differenza è sempre la quota fissa: bastano 3-5 euro in meno all’anno per risultare più economici. Fatta eccezione per il gestore 1, che grazie a uno sconto una tantum di 50 euro riesce ad abbassare la bolletta annua di 34 euro rispetto alla tutela della vulnerabilità. Gli altri garantiscono sì un risparmio, ma di spiccioli.

Passiamo al confronto sul prezzo fisso:

Com’è chiaro, neanche le offerte più basse riescono a concorrere con la tutela. Del resto, basta vedere il costo al metro cubo: se la tutela a gennaio ha un costo di 37,8 centesimi/Smc (non abbiamo calcolato la Qvd che si applica anche al libero), la più conveniente sul mercato libero propone 55 centesimi; la seconda 61 centesimi e la terza 58. Il motivo sta nel rischio che queste offerte comportano per gli operatori: se il prezzo all’ingrosso dovesse salire in modo consistente nei prossimi mesi, infatti, le tariffe stabilite oggi sarebbero un salasso. Perché la società dovrebbe comprare energia, ad esempio, a 90 per poi venderla al cliente finale a 55.

Pubblicità

Pubblicità

Go to Source

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *