Casa e lavoro mettono a rischio il cuore delle donne

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Chi ama il pugilato lo sa bene. Non c’è nulla di più potente, nel momento in cui l’avversario abbassa la guardia, di un gancio destro diretto al volto seguito da un colpo che giunge da sinistra per mettere KO l’avversario. Qualcosa di simile, pur se solamente sul fronte delle invisibili reazioni legate alla tensione emotiva, potrebbe accadere anche al cuore femminile. Sottoposto ad un doppio attacco da parte dello stress psicosociale, che non consente di essere tranquilli quando la situazione a casa e in famiglia si fa complessa, e dalle tensioni eccessive sul lavoro, l’organismo reagisce aprendo la strada ad un maggior rischio per il muscolo cardiaco femminile.

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A sottolineare il peso di questa associazione capace di creare una sinergia perniciosa per cuore e circolazione sono i risultati di un ricerca (Studio Drexel) che ha valutato le informazioni derivanti da un campione di oltre 80.000 donne nel periodo postmenopausale, coinvolte nel Women’s Health Initiative Observational Study (ricerca che ha controllato  le partecipanti al fine di individuare strategie preventive per malattie oncologiche, cardiache e osteoporosi). L’indagine, espressamente mirata sull’azione dello stress a carico di cuore e vasi, è stata condotta dai ricercatori dello stesso ateneo Drexel, coordinati da Yvonne Michael, e sono stati pubblicati su Journal of the American Heart Association. Stando a quanto emerge, vivere “male” e con tensione la propria professione ed avere relazioni sociali stressanti porta, ad un rischio maggiore del 21 per cento di sviluppare una malattia a carico delle arterie coronariche, come angina pectoris o infarto. Ma non basta: lo studio ha anche scoperto che gli eventi altamente impattanti sulla reazione emotiva della donna, dal decesso del partner fino alla separazione o all’abuso fisico e sociale, così come la vita in un ambiente socialmente complesso, possono essere associati ad un rischio aumentato di patologia delle coronarie.I dati sono stati raccolti nella popolazione in esame attraverso un sondaggio eseguito direttamente sulle donne coinvolte e con l’analisi delle informazioni  sullo stato di salute. Nel periodo di osservazione, protratto per poco meno di quindici anni, poco meno di una donna su venti ha manifestato i segni di una patologia delle arterie coronariche.

In questa specifica coorte gli esperti hanno dimostrato che gli eventi altamente stressanti della vita sono risultati associati ad un aumento del 12 per cento del rischio di malattia coronarica e un’elevata tensione sociale era associata a un aumento del 9 per cento del rischio di malattia coronarica per una crescita globale, associando i due fattori, di oltre il 20 per cento. Va detto che questi dati appaiono correlati espressamente alla tensione emotiva, visto che l’entità dello sforzo sul lavoro, da sola, non è risultata associata in modo indipendente alla patologie delle coronarie.  L’associazione tra stress professionale, legata soprattutto alla necessità di rispondere ad aspettative elevate per la donna, e tensione emotiva alle stelle a casa per eventi che mettono in moto una risposta cronica da stress, appare particolarmente significativa in questo periodo storico. La pandemia da Covid-19, infatti, può funzionare come carburante in più in questa dinamica, acuendo le necessità  per la donna di rispondere alla propria vocazione professionale e al ruolo in famiglia. “La pandemia ha evidenziato le continue sollecitazioni per le donne nel bilanciare lavoro retribuito e fattori di stress sociali- è il commento della Michael. Sappiamo da altri studi che la tensione lavorativa può svolgere un ruolo nello sviluppo di malattie cardiovascolari, ma ora possiamo individuare meglio l’impatto combinato dello stress sul lavoro e a casa su questi resiti negativi per la salute”. L’obiettivo, secondo l’esperta, è che da questa analisi emerga ancor più forte la necessità di monitorare con attenzione sempre maggiore lo stress sul posto di lavoro, ricordando che le donne hanno un doppio fardello da sopportare, considerando anche la loro attività in famiglia.

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