Commercio, nuovo sciopero in arrivo il 25 aprile. Guerra di cifre su adesione oggi

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ROMA – Sciopero del commercio e dei supermercati, si raddoppia. Dopo l’agitazione di oggi, i sindacati minacciano un nuovo stop il 25 aprile, per la festività e il ponte primaverile più vicino.

Intanto i sindacati e le imprese di Federdistribuzione mandano in scena la solita guerra dei numeri sullo sciopero di oggi.

Federdistribuzione parla di una partecipazione minimale. Allo stop avrebbe aderito soltanto l’8 o 9 per cento delle dipendenti e dei dipendenti.

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“Punte del 90%”

Filcams-Cgil, Fisascat-Cisl e Uiltucs-Uil ribattono che un’adesione convinta, con punte del 90%, ha costretto decine e decine di supermercati alla chiusura.

Al di là delle cifre, il focolaio del malcontento non si è spento. Anzi: l’accordo tra sindacati e imprese che aderiscono a Confcommercio e Confesercenti deludono i lavoratori delle imprese che aderiscono alla terza associazione, Federdistribuzione appunto.

Conferma Cristiano Ardau (Uiltucs): “E’ vergognoso che i lavoratori di un supermercato abbiano condizioni peggiori dei loro colleghi che fanno lo stesso identico mestiere di un supermercato aderente ad altre associazioni: è anche una questione etica”.

Gli aumenti

Nella Milazzo della Filcams lamenta che Federdistribuzione voglia riconoscere aumenti lordi mensili di 240 euro, imponendo però delle condizioni di lavoro peggiorative e una compressione dei diritti.

Giuseppe Atzori della Fisascat Cisl contesta anche una strategia di aggiramento che Federdistribuzione avrebbe messo in atto.

L’associazione ha già riconosciuto i primi 70 euro, ma in modo autonomo e al di fuori di qualsiasi intesa con i sindacati. La cifra – bassa – “è peraltro l’equivalente della prima tranche del precedente rinnovo contrattuale”.

“Disponibili a trattare”

Federdistribuzione ribadisce invece la disponibilità a discutere del rinnovo del contratto di categoria. Afferma anche di non aver fatto “mai mancare la disponibilità alla trattativa nelle diverse fasi che si sono succedute nei mesi precedenti”.

E ancora: “Nel corso dell’ultimo incontro del 26 e 27 marzo abbiamo dato apertura a riconoscere gli aumenti salariali espressamente richiesti dalle organizzazioni sindacali, avendo sempre ritenuto importante tutelare i lavoratori e garantire la sostenibilità per le imprese”.

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