Dall’incarico di governo al giuramento del nuovo premier: che cosa succede

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L’avvio delle consultazioni al Quirinale ha aperto la strada alla formazione del governo. Ecco un possibile timing dei prossimi giorni.

Oggi, venerdì 21 ottobre alle 10.30, Sergio Mattarella riceve in un’unica delegazione i gruppi parlamentari della coalizione di centrodestra: Fratelli d’Italia, Lega, Forza Italia e Noi Moderati. A parlare dopo l’incontro con il capo dello Stato dovrebbe essere la leader FdI Giorgia Meloni. L’incontro concluderà le consultazioni. A quel punto il Capo dello Stato avrà tutti gli elementi per trarre le sue conclusioni. Nelle ore successive il Quirinale diramerà una nota per comunicare a che ora ha convocato la personalità a cui affiderà l’incarico di formare il nuovo governo.

L’incarico

Una delle ipotesi è che si arrivi a un incarico a Giorgia Meloni già questa sera. Se così fosse, Meloni salirà al Colle per un colloquio con il presidente Mattarella. Al termine del colloquio il segretario generale del Quirinale riferirà del conferimento dell’incarico e la premier incaricata nella loggia alla Vetrata riferirà alla stampa le sue intenzioni. In base ai precedenti potrà accettare con riserva o accettare senza riserva. Di prassi è la seconda scelta quella seguita. Di recente, Giuseppe Conte nel 2018 e Silvio Berlusconi nel 2008 accettarono senza riserva, fatto accaduto solo 4 volte nella storia della Repubblica.

In caso di accettazione con riserva, la premier incaricata può ritagliarsi un po’ di tempo, per sue consultazioni o colloqui con i papabili ministri, che in genere si svolgono alla Camera dei deputati, per poi tornare al Quirinale per sciogliere la riserva e proporre una lista dei ministri, che saranno poi vagliati e nominati dal Presidente stesso come prescrive l’art.92 della Costituzione. Al termine del colloquio la premier leggerà alla stampa la lista dei ministri.

In alternativa Giorgia Meloni potrebbe accettare senza riserva, portando già la proposta di lista dei ministri nel colloquio in cui il presidente le conferisce l’incarico. Terminato il colloquio, la premier leggere la lista dei ministri e già domani, sabato 22 ottobre, il governo Meloni potrebbe giurare.

Giuramento e fiducia

Con il giuramento dell’ultimo ministro il governo entrerà nella pienezza dei poteri. A Palazzo Chigi si svolgerà quindi il ‘passaggio della Campanella’ con il presidente uscente Mario Draghi e si terrà il primo Consiglio dei ministri.

Il passaggio successivo è l’ottenimento della fiducia, ipotizzato per martedì 25 ottobre. Il governo si presenta in Parlamento per la fiducia. Si comincia al mattino alla Camera, poi Meloni si sposterà al Senato per consegnare il testo delle dichiarazioni programmatiche appena svolte a Montecitorio. La fiducia in entrambi i rami del Parlamento potrebbe arrivare nella stessa giornata o in due giorni, con il voto al Senato il 26 ottobre.

Dal 27 ottobre, delineati con il primo voto di fiducia in entrambe le Camere i perimetri della maggioranza parlamentare, si costituiscono le commissioni permanenti.

Un governo rapido

In caso di giuramento entro il fine settimana, il governo Meloni sarebbe indubbiamente uno dei più rapidi della Repubblica con un intervallo dal voto, 25 settembre, di 27 giorni. Secondo osservatori istituzionali, dal 1946 al 2016, se consideriamo i tempi necessari alla formazione dei soli esecutivi nati dopo le elezioni, il tempo medio è di 67 giorni. Mentre se si considerano anche quelli infra-elettorali il tempo medio scende a circa 32 giorni.

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