Diritti civili: omofobia, ius soli, fine vita devono avere una legge. Cirinnà: “Temi divisivi, ma non si fermi la lotta alle discriminazioni”

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ROMA.  Al Senato c’è da votare la legge Zan contro l’omofobia. I diritti dei bimbi delle famiglie arcobaleno non possono essere ancora ignorati. Il “fine vita” ha bisogno di norme, come chiesto dalla Consulta. E poi c’è la legge sulla cittadinanza – lo ius soli o meglio ius culturae – che si fermò a un passo dall’approvazione definitiva già con il centrosinistra. “Ma può un governo europeista non mettersi al passo con l’Europa?”, ragiona Monica Cirinnà. 

Senatrice del Pd, “madre” della legge sulle unioni civili, responsabile per i diritti civili del partito, all’indomani della fiducia al governo Draghi Cirinnà rimette sul tavolo l’agenda dei diritti civili: “Almeno tutto ciò che è già in discussione in Parlamento va votato”. Sono temi divisivi? “Sì, ma non può esserci una moratoria su questo, perché i diritti civili sono la vita quotidiana, perché la lotta alle discriminazioni non si ferma”. Aggiunge: “La prosecuzione della legislatura è un’opportunità da non perdere, per restituire alla politica – in Parlamento – una centralità che inevitabilmente si indebolisce nel quadro di un governo di larghe intese come quello presieduto da Draghi. Il Pd deve sostenere con forza le proprie parole d’ordine, ridarsi una identità riconoscibile per essere credibile e autorevole agli occhi della sua base” 

E quindi la legge Zan “contro omolesbobitransfobia, misoginia, abilismo” è stata approvata alla Camera con il sì anche di un pezzo di Forza Italia e l’ostruzionismo della Lega e di Fratelli d’Italia. E’ ferma in commissione Giustizia al Senato. Stava per arenarsi con l’accusa di punire reati di  opinione. E’ stata modificata per rassicurare tutti. “Basta un giorno per approvarla a Palazzo Madama, blindando il testo arrivato”, sempre Cirinnà. Con il leghista Simone Pillon, ora collega di maggioranza, sarà uno scontro senza esclusione di colpi. Cirinnà: “L’assenza di una legge contro l’omotransfobia porta a gravi carenze di tutela: penso all’assoluzione di Simone Pillon da parte della Corte d’Appello di Perugia, per le sue gravissime frasi contro l’associazione Omphalos – da lui accusata di adescare giovani! – ritenute non diffamatorie” , rimarca Cirinnà.

Montecitorio

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E poi c’è “il fine vita”: la legge è incardinata alla Camera, ma c’è stato un palleggio se doveva proseguire a Montecitorio o al Senato. Tante le proposte. Dopo la sentenza della Consulta che raccomandava tra l’altro il Parlamento a una norma, si pensa a un disegno di legge snello sull’aiuto medico a morire in stato terminale.   

Più complessa la questione della legge sulla cittadinanza. Se ne parla da vent’anni, ma sotto i colpi delle destre, l’Italia è rimasta ferma allo ius sanguinis. I bambini figli di stranieri nati in Italia non sono cittadini italiani, ma si trovano nel limbo della non cittadinanza. Tutto bloccato, dopo lo stop finale durante il governo Gentiloni e proprio a un passo dall’approdo. “Facciamo che sia l’aula delle Camere a stabilire chi vince e chi perde questa partita dei diritti, ma lo ius soli o meglio lo ius culturae deve riprendere il suo cammino. E poi Salvini non è diventato europeista, pro euro. Potrebbe convertirsi anche su leggi che sono semplicemente europee”, invita Cirinnà.  

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Sono rimasti in sospeso i diritti dei bambini delle famiglie arcobaleno. Durante l’approvazione della legge sulle unioni civili, fu stralciato l’articolo sulla step child adoption. “Ma la questione di come tutelare la condizione delle  bambine e dei bambini figli di coppie omogenitoriali non è rinviabile”, avverte Cirinnà, ponendo anche un altro tema: l’adozione da parte dei single. 

Da affrontare anche la legge sul cognome della madre. Anche questa vicina all’approvazione nella passata legislatura, è finita in un nulla di fatto. Le destre si sono opposte, contestando di volere smantellare la famiglia. “Per gli oscurantisti il concetto di famiglia è quella patriarcale”, attacca la responsabile dei diritti del Pd. Nell’agenda dem anche altri provvedimenti di legge, come quello sull’affettività in carcere.  

Cirinnà insiste: “Se il Pd vuole tornare a vincere, deve farsi riconoscere. Dobbiamo intensificare l’azione sui diritti civili, sull’inclusione, sul riconoscimento di pari dignità sociale a tante differenze che ancora sono assenti e misconosciute”.  

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