“Ero gay”, in una parrocchia di Genova l’incontro sul libro che racconta l’omosessualità come una devianza, consiglieri comunali all’attacco

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L’ultimo caso era esploso intorno alla controversa scrittrice e blogger Costanza Miriano, organizzatrice del Family day, supporter di ProVita e famiglia, autrice di libri come “Sposati e sii sottomessa” e “Obbedire è meglio”: in quel caso, ad aprile, dopo la sollevazione di Liguria Rainbow erano spariti patrocinio e sede istituzionale, e ad aprirle le porte era stata la parrocchia di San Rocco a Molassana. Ecco, è ancora qui l’epicentro delle polemiche: perché questa volta il discusso ospite di don Luca Livolsi il 6 maggio sarà Luca Di Tolve, autore di “Ero gay. A Medjugorje ho ritrovato me stesso”. La storia – come nella canzone di Povia – presenta l’omosessualità come una devianza da cui guarire attraverso un percorso di redenzione: Luca, omosessuale pentito, racconta infatti la sua esperienza di “conversione a U” – si legge nel testo – e l’uscita da quello che definisce (testuale, ancora) “il vortice del vizio”.

Anche in questo caso, insorge la politica: “Inaccettabile – attaccano Filippo Bruzzone, capogruppo rossoverde in Comune, ed Erika Venturini, capogruppo di Valbisagno Insieme-Linea Condivisa – in nessun quartiere di Genova si può assistere a iniziative che mirano a descrivere chi ha un particolare orientamento sessuale come qualcuno che si è perso e che ha bisogno di specifici percorsi in quanto gay, lesbica, bisessuale o transessuale”.

Questa volta, però, ci sono delle differenze: nel mirino dei due consiglieri di opposizione c’è il Municipio. Che non ha concesso né sale né patrocini. Ma ha finanziato un progetto di recupero sociale (che non ha nulla a che vedere con l’incontro con Di Tolve) e che però riguarda la stessa parrocchia, insieme alla cooperativa sociale Agorà. La richiesta dei due consiglieri – che hanno presentato interrogazioni in merito, in Comune e in Municipio – è quella di “ritirare il trasferimento di denaro pubblico, un finanziamento per un massimo di 2.600 euro dal Municipio alla Parrocchia di San Rocco di Molassana, già oggi”. Trasecola e si scalda Maurizio Uremassi, presidente del Municipio IV. Che precisa: “Di questa iniziativa della parrocchia non sapevo nulla, non è assolutamente né patrocinata né finanziata da noi – precisa – il nostro finanziamento riguarda invece un progetto sociale che riguarda la parrocchia e la cooperativa Agorà ed è finalizzato al recupero di ragazzi in condizioni di disagio per prevenire l’abbandono scolastico. In questo quartiere abbiamo già avuto episodi di spaccio. Mi hanno presentato un progetto che abbiamo ritenuto valido e che ha una valenza sociale”. Ma non la mette a disagio il fatto che la stessa parrocchia ospiti anche eventi come quello in questione? “Non mi mette a disagio per niente perché non ne so niente – ribatte Uremassi – l’opposizione fa un processo alle intenzioni. Io non do giudizi sul parroco, questo non riguarda il Municipio. Se vogliono protestare, vadano in parrocchia”.

Bruzzone e Venturini insistono: e chiedono un segnale politico. “Serve una netta presa di distanza da iniziative che hanno un solo fine: dividere le comunità seminando false informazioni”. Don Luca Livolsi, intanto, contattato da Repubblica, preferisce tenere un basso profilo e non commentare.

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