Europei, Russia-Finlandia 1-0: decide una magia di Miranchuk

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SAN PIETROBURGO – La Russia fa dimenticare al pubblico di San Pietroburgo gli orrori del match d’esordio con il Belgio, batte di misura la Finlandia in una partita intensa ma non troppo spettacolare e aggancia a quota 3 punti gli scandinavi, rilanciandosi in ottica qualificazione. A decidere è una magia di Aleksej Miranchuk, il primo giocatore dell’Atalanta a segnare a un Europeo o un Mondiale dal lontano 1990: l’ultimo a riuscirci era stato l’argentino Claudio Caniggia.

<<La cronaca della gara>>

La rivoluzione russa

Tra scelte tecniche e obbligate causa infortuni (Zhirkov ha già detto addio a Euro 2020), il ct russo Cherchesov cambia tre quinti della difesa che nella prima giornata con una serie di errori grossolani aveva spianato la strada a Lukaku e compagni: fuori il portiere Shunin, il centrale Semenov e la stella sulla via del tramonto Zhirkov, dentro Safonov, Diveev e Miranchuk, con il polivalente esterno sinistro Kuzyaev arretrato sulla linea difensiva. Scelte molto più conservative per il ct finlandese Kanerva, che rispetto alla drammatica vittoria arrivata a sorpresa sulla Danimarca cambia solo Sparv, non al meglio fisicamente, con Schuller.

Il sogno spezzato di Pohjanpalo

L’inizio è frizzante, la Russia deve vincere per sperare e prova ad assumere un atteggiamento coraggioso. La spavalderia però sembra non pagare: già al 4’ la Finlandia passa in vantaggio grazie al colpo di testa di Pohjanpalo, centravanti vecchio stile dell’Union Berlino che aveva già deciso la sfida contro la Danimarca. Il Var però dice che il gol non è buono: c’era fuorigioco e si resta dunque sullo 0-0. La Russia tenta di rendersi pericolosa ma, a parte lo schema di dare palla all’enorme attaccante Dzyuba e sperare in una sua sponda, fa poco. È quindi ancora la Finlandia a pungere in contropiede, grazie alle accelerazioni dell’inarrestabile Kamara – nato a Tampere da genitori della Sierra Leone – e alla grande mobilità della stella Pukki, che però non sembra intendersi a meraviglia con il compagno d’attacco Pohjanpalo. La più grande occasione del primo tempo è ancora per quest’ultimo, che a tu per tu con Safonov viene però rimontato in maniera decisiva dal difensore Diveev. Solo il primo di una serie di grandi interventi di uno dei protagonisti del match.

Miranchuk pesca il jolly

Quando sembra che il primo tempo vada in archivio sullo 0-0, arriva la svolta: nel secondo dei sei minuti di recupero concessi – tra le altre cose, per l’infortunio del russo Mario Fernandes – dall’arbitro olandese Makkelie, si accende la stella di Aleksej Miranchuk. L’atalantino chiede e ottiene l’uno due a Dzyuba e una volta in area intravede lo spiraglio giusto tra le fitte maglie della difesa finlandese: il suo perfetto tiro a giro di sinistro si infila nell’angolino, battendo l’incolpevole Hradecky. Esplode la gioia dello Stadio San Pietroburgo: non erano stati in pochi ad aver criticato la scelta del ct Cherchesov di non fare partire il fantasista dal primo minuto contro il Belgio. Si va al riposo sull’1-0, risultato forse non troppo giusto ma che premia la maggiore voglia della Russia di fare la partita.

La sterile ripresa finlandese

Il secondo tempo riparte senza cambi e con la Finlandia che, sotto nel punteggio, prova ad alzare i ritmi. Ma le occasioni realmente pericolose sono pochissime: ci provano prima Pukki e poi ancora Pohjanpalo, ma entrambi sbattono su un monumentale Diveev. E in generale tutta la difesa russa si dimostra attenta e precisa: tutto il contrario insomma di quanto fatto sabato contro il Belgio. Le chance migliori sono quindi per i padroni di casa: il subentrato Zhemaletdinov, in particolare, è molto pimpante e sfiora ben tre volte il 2-0. Anche se chi va più vicino al raddoppio è l’inesauribile esterno sinistro Kuzyaev, sul cui tiro al 72’ Hradecky si deve superare e mandare in corner.

Un finale senza assalti

I due allenatori mettono in campo forze fresche e Kanerva decide di togliere il più talentuoso dei suoi, quel Pukki comunque non particolarmente ispirato, per il 22enne Lappainen, di proprietà del Bologna ma mai transitato dalla Serie A (gioca nel Montreal, club del numero uno rossoblù Saputo). Ma anche i nuovi entrati non apportano un contributo sufficiente alla causa finlandese e l’unica potenziale palla gol ce l’ha il capitano Arajuuri, il cui colpo di testa in mischia all’89’ finisce alto. Anche nei cinque minuti di recupero, che poi diventano sette per un paio di colpi proibiti dei finlandesi di cui fanno le spese Sobolev e Barinov, il portiere Safonov può dormire sonni tranquilli e opzionare la titolarità anche nell’ultima gara del girone B contro la Danimarca. Gara a cui la Russia arriva da padrona del proprio destino, mentre la Finlandia dovrà sperare nel miracolo per proseguire la sua avventura alla prima apparizione nella fase finale di un Europeo: ad attendere gli scandinavi lunedì sarà il Belgio, numero uno del ranking Fifa.

FINLANDIA (3-5-2): Hradecky; Toivio (40’ Jensen), Arajuuri, O’Shaughnessy; Raitala (30’ st Soiri), Schuller (22’ st Kauko), Lod, Kamara, Uronen; Pukki (30’ st Lappalainen), Pohjanpalo. All. Kanerva.
RUSSIA (4-3-3): Safonov; Mario Fernandes (26’ pt Karavaev), Diveev, Dzhikiya, Kuzyaev; Zobnin, Barinov, Ozdoev (16’ st Zhemaletdinov); Miranchuk (40’ st Mukhin), Dzyuba (40’ Sobolev), Golovin. All. Cherchesov.
Reti: 47’ pt Miranchuk,
Note: ammoniti Kamara, Barinov, Ozdoev, Dzhikiya, O’Shaughnessy
Recupero: 6’ e 5’.

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