Gran premio della Malesia, brivido Ducati. Bagnaia sette bellezze, ma il titolo è rinviato

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Sull’orlo di una crisi di nervi, alla Ducati contano i giorni, i minuti che mancano alla conquista del titolo piloti di MotoGp. È dai tempi di Casey Stoner, il Canguro Mannaro, che attendono questo momento: 15 anni. E dal 2009, un italiano (Valentino Rossi) non festeggia il Mondiale. L’accoppiata moto-pilota di casa nostra manca addirittura da mezzo secolo: Giacomo Agostini.

In Malesia, nella ricorrenza della morte del Sic, sembrava tutto apparecchiato per bene: ma Quartararo è un guerriero. Nonostante un dito rotto, il francese è riuscito a salire sul podio. E allora, ci vuole ancora pazienza. Anche se il desiderio si fa insostenibile. Animo. Mancano solo 2 punticini: cosa volete che siano, per uno che quest’anno ha vinto 7 gare? Tra 2 settimane a Valencia, pure in caso di (improbabile) successodi Quartararo, a Pecco basterebbe arrivare 14°. Fate i conti: al via di ogni gp i piloti sono 24, ogni domenica 3-4 di loro si ritirano. Le altre 7 moto di Borgo Panigale sono a disposizione. Insomma, perdonate la provocazione: Bagnaia dovrà solo preoccuparsi di arrivare al traguardo.

Allora, perché tanta tensione nel box rosso? Ci ha pensato Bastianini a rasserenare gli animi: “Il gioco di squadra lo faccio io: vinco l’ultima corsa, me lo sento. E Pecco diventa campione”. Enea è sincero, ma ieri quanto ha fatto disperare suoi i capi! In realtà è solo colpevole – per modo di dire – di essere un talento in sella alla Ducati. Come Bagnaia. E pure lui, che il prossimo anno sarà suo compagno nella squadra ufficiale, vuole vincere. Sempre. Ma qui non si gioca a carte: si rischia come minimo di cadere. I ragazzi hanno dato vita a una sfida emozionante, sorpassandosi di millimetri a 330 km/h, mentre il francese della Yamaha li guardava da lontano sperando di approfittarne. È andata bene: sono rimasti in sella e ha vinto il sempre più leader del campionato (+23 su Quartararo), con l’altro a ruota. Però dal box è stato tutto un mettersi le mani nei capelli, confabulare, raggiungere il muretto della pit-lane, esporre cartelli per “ricordare”alla Bestia che Pecco deve riportare – ora! – il Mondiale dalle parti di Bologna, Italia. “È un avversario e giustamente mi ha messo sotto pressione. Se non l’avesse fatto rischiavamo di essere raggiunti”, è stata la sportiva reazione di Bagnaia.

“Nell’ultimo giro ho avuto un occhio di riguardo perché so quanto è importante questo titolo per Ducati: se al suo posto ci fosse stato Quartararo, mi sarei comportato diversamente “, si è quasi scusato Enea davanti alle occhiatacce dei dirigenti della casa emiliana. Che dicono di aver dato “consigli”, non ordini: “Quando è in gioco il primo posto, lasciate in pace Pecco”. Però i piloti sono maschi Alfa, e il motomondialenon è la F1 che via radio comandano di farsi da parte. Bagnaia e la Bestia è tutto l’anno che duellano. Se a Le Mans non l’avesse attaccato, non sarebbe caduto. Se non ci fosse stato l’ultimo sorpasso in Aragona, con quei 5 punti in più ce l’avrebbe già fatta (ma allora, anche: se Miller in Australia lo avesse lasciato passare nel giro finale).

Se, se… Forse sarebbe stato meglio essere più chiari, con loro. Altrimenti si rischia indirettamente di indebolire la grande avventura del piemontese nel 2022 – ieri in partenza ha sorpassato 7 piloti! – , addossando poi la responsabilità sulle spalle di questi due gioielli italiani, che si conoscono e stimano da quando erano bambini, e tra poco formeranno un Dream Team. Conviene pensarci, in vista della prossima stagione. Ora invece vale la pena di contare i giorni, i minuti. Mancano solo due punticini. E poi, Bastianini a Valencia aiuterà Pecco a modo suo: lo ha promesso.
 

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